Sintesi a cura di Giorgia Fiorani, Partner Associate di HR Change.
Tavolo Tematico | Learning & Sustainability – Giovedì 20 Novembre 17,00 – 18,00
PERCHÉ CI FORMIAMO? UNA RIFLESSIONE SULL’IMPATTO DELLA FORMAZIONE SULLA SOSTENIBILITÀ DEL LAVORO
La formazione in azienda è spesso vista unicamente come un modo per dotare il personale di nuove competenze. Oggi, però, è possibile riconoscere nel momento formativo una leva anche per obiettivi che vanno oltre la performance: stimolare il senso di appartenenza, favorire la crescita personale, alimentare la motivazione, rafforzare la sicurezza psicologica. Cambia, insomma, la “reason why” della formazione. In questo tavolo ci interrogheremo su come accompagnare questo cambiamento e quali nuove opportunità può generare per persone e organizzazioni.
ARTICOLO SUI PUNTI SALIENTI:
Nel confronto del tavolo tematico “Learning & Sustainability” è emersa con forza una trasformazione profonda: i collaboratori non possono più essere considerati semplici contenitori di competenze, ma persone nella loro interezza. La formazione, in questo scenario, non è solo un meccanismo di aggiornamento professionale, ma un’occasione per prendersi cura delle persone, sostenere la loro crescita e alimentare la sostenibilità del lavoro nel lungo periodo. Uno dei punti centrali emersi dal dialogo è il ruolo dell’azienda come centro di ispirazione. Le organizzazioni sono chiamate a creare contesti in cui le persone possano nutrirsi di stimoli, idee, valori condivisi. Non si tratta solo di trasferire conoscenze, ma di generare visioni, aprire possibilità e favorire uno sguardo orientato al futuro. Accanto a questo, è emersa la necessità di rendere trasparenti processi e obiettivi, responsabilizzando le persone attraverso il coinvolgimento diretto. Attivare gruppi trasversali di progettazione, invitare i colleghi a diventare formatori interni, creare occasioni di co-costruzione: tutte pratiche che rafforzano il senso di appartenenza e stimolano una partecipazione attiva alla vita organizzativa. Fondamentale è anche l’ascolto. Un ascolto reale, continuativo, che permetta un vero approccio bottom up, capace di far emergere bisogni, desideri, intuizioni. Solo così la formazione può diventare uno strumento vivo e rilevante, anziché un esercizio formale. Il cambiamento continuo richiede inoltre un lavoro sul mindset: più che trasmettere contenuti, oggi la formazione deve offrire strumenti cognitivi ed emotivi per orientarsi in contesti mutevoli, sviluppare flessibilità, gestire complessità. A questo si affianca l’importanza della personalizzazione dei percorsi, per riconoscere unicità, ritmi e aspirazioni delle persone. Infine, l’importanza di offrire spazi in cui le persone stiano bene. Luoghi – fisici o simbolici – in cui sentirsi accolti, protetti, autorizzati a esprimersi. Perché una formazione efficace non nasce solo da contenuti ben progettati, ma da un ambiente che favorisce fiducia, apertura e sicurezza psicologica. Le conclusioni del tavolo restituiscono quindi una visione chiara: la formazione sostenibile è quella che mette al centro le persone, valorizza il loro contributo e crea le condizioni per un benessere che alimenta, a sua volta, la vitalità delle organizzazioni.
Moderazione:
Giorgia Fiorani, Partner Associate / HR Change;
Liliana Mastro, Training Consultant / HR Change.
Interventi di:
Luisa Cataldo, Group Human Resources Manager / Cellularline Group;
Stefano Cavenati, Learning Consultant / Gility;
Augusto Fiaschini, HR Business Partner / Lamberti;
Valentina Forzese, Responsabile HR / Miatim;
Aldo Frigeri, Direttore della Formazione / Centro Studi Turistici Firenze;
Elena Lucaci, HR Manager Aftermarket EMEA / Dayco.
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