Comunicazione Italiana

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L'Ecosistema della Conoscenza e delle Relazioni

Comunicazione Italiana: L'eccellenza nel Knowledge Networking.

Siamo la principale Knowledge Networking company in Italia, attiva da oltre 20 anni. Il nostro network rappresenta l'eccellenza nella condivisione di conoscenze e nell'agevolazione delle interazioni tra professionisti e aziende. Comunicazione Italiana fornisce un ambiente di apprendimento collaborativo, in cui C-Level Manager provenienti da diversi settori si incontrano per scambiare esperienze e informazioni, ampliando le proprie competenze e creando opportunità di crescita personale e professionale. La nostra struttura organizzativa si compone di due entità distinte: una Società specializzata nel Knowledge Networking for Business e un'Associazione focalizzata sul Knowledge Networking for Advocacy. Queste due anime si incontrano nello Studio "phygital" Community House, il luogo dedicato agli Associati. È qui che le menti più brillanti si riuniscono in Eventi per collaborare, creare sinergie e sviluppare relazioni strategiche. Attraverso la nostra vasta gamma di attività, appuntamenti ed esperienze, vogliamo influenzare le "decisioni" e le "opinioni" dei nostri pubblici e stakeholders, promuovendo la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del Paese. Unisciti a noi per ampliare le tue opportunità, ispirare il cambiamento e raggiungere nuovi traguardi nel tuo business e nel mondo delle relazioni.

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Gli Stati Uniti danno un altro segnale, il sostegno all'Ucraina nella guerra con l'Ucraina è costante come dimostra la visita a sorpresa del segretario alla Difesa Lloyd Austin a Kiev. La visita del capo del Pentagono, per la quarta volta nel Paese, arriva in un momento cruciale per l'Ucraina, che nel conflitto dipende dagli aiuti Usa, condizionati...

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Il tema della 'people scarcity' in Italia, ossia la difficoltà nel reperire personale qualificato, emerge come un problema cruciale per le piccole e medie imprese (pmi), che rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale del Paese. Secondo un'indagine dell'I-aer (institute of applied economic research), tra il 2024 e il 2028 il fabbisogno di forz...

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Con l’arrivo del primo gruppo di tecnici presso la stazione Mario Zucchelli sul promontorio di Baia Terra Nova, è iniziata la 40esima spedizione italiana in Antartide, che fino a febbraio 2025 vedrà impegnati 140 tra ricercatori, ricercatrici e tecnici in progetti di glaciologia, climatologia, sismologia, geomagnetismo e biodiversità.  Le missioni ...

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Ucraina, Austin da Zelensky tra i progressi russi e le imminenti elezioni Usa

(Adnkronos) - Gli Stati Uniti danno un altro segnale, il sostegno all'Ucraina nella guerra con l'Ucraina è costante come dimostra la visita a sorpresa del segretario alla Difesa Lloyd Austin a Kiev. La visita del capo del Pentagono, per la quarta volta nel Paese, arriva in un momento cruciale per l'Ucraina, che nel conflitto dipende dagli aiuti Usa, condizionati dal risultato delle imminenti elezioni presidenziali. Intanto, la Russia continua a fare piccoli ma costanti progressi sul campo di battaglia. Nel suo colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky Austin ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari del valore di 400 milioni di dollari che include "munizioni, equipaggiamento militare e armamenti", ha annunciato Zelensky via X. Il leader ucraino ha poi spiegato di aver parlato con Austin ''delle priorità critiche della difesa, tra cui le capacità di difesa aerea dell'Ucraina, i preparativi per il periodo invernale e dell'uso di armi a lungo raggio contro obiettivi militari russi''. Inoltre, ha aggiunto Zelensky, "ci siamo concentrati sugli sforzi per aumentare la produzione di droni da attacco, missili da crociera, proiettili di artiglieria e sistemi di difesa aerea". Il leader ucraino ha sottolineato che ''il Segretario Austin ha ribadito che gli Stati Uniti continueranno a sostenere la sicurezza come parte dell'accordo di difesa in corso tra i nostri Paesi. Ha anche condiviso i piani per convocare una nuova riunione in formato Ramstein per coordinare ulteriori aiuti con i partner internazionali". Zelenksy ha ribadito la sua gratitudine al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e alla leadership americana per il sostegno dimostrato a Kiev dall'inizio dell'invasione russa. "Siamo grati al presidente Biden, a entrambi i partiti del Congresso degli Stati Uniti e al popolo americano per tutto il loro sostegno dall'inizio dell'invasione su vasta scala della Russia'', ha scritto Zelensky su 'X'. "Insieme a tutti i nostri alleati lavoriamo per garantire la vittoria e la pace all'Ucraina e a tutte le nazioni che amano la pace", ha aggiunto. Parlando ancora dell'incontro oggi a Kiev con il capo del Pentagono Lloyd Austin, Zelensky ha detto di aver "sottolineato l'importanza delle nostre recenti negoziazioni con il presidente Biden, durante le quali abbiamo parlato del nostro Victory Plan e dei continui sforzi per rafforzare la difesa dell'Ucraina". La visita del segretario è stata anche occasione per "fare un passo indietro" e analizzare "le relazioni tra Stati Uniti e Ucraina negli ultimi due anni e mezzo di guerra", scrive la Cnn, citando un alto funzionario della difesa, che ha sottolineato quanto gli ucraini si trovino in una situazione "difficile" contro i russi in vista dell'inverno. Questo, nonostante le pesanti sanzioni occidentali imposte all'economia russa in risposta all'invasione, i miliardi di dollari di equipaggiamento militare che gli Stati Uniti hanno inviato all'Ucraina e le alleanze che l'amministrazione Biden ha ottenuto fin dai primi giorni della guerra per aiutare le truppe ucraine a respingere l'avanzata russa. Austin, e più in generale l'amministrazione Biden, considera le coalizioni multinazionali un aspetto fondamentale del suo ruolo di segretario alla Difesa, in particolare l'Ukraine Defense Contact Group, un'alleanza di 57 Paesi e dell'Unione Europea che Austin ha convocato per la prima volta due mesi dopo l'inizio della guerra per coordinare gli aiuti militari immediati all'Ucraina. "È assolutamente straordinario che l'Ucraina sia stata in grado di fare ciò che ha fatto", ha detto Austin ai giornalisti. "È stata in grado di farlo, ovviamente, perché l'abbiamo supportati fin dall'inizio e abbiamo unito circa 50 Paesi nel sostenerla". I funzionari statunitensi sperano che le coalizioni resisteranno, ma una potenziale vittoria di Donald Trump potrebbe mettere in discussione il sostegno di Washington a Kiev. L'ex presidente ha rifiutato il mese scorso di dire se vuole che l'Ucraina vinca la guerra e ha descritto Zelensky come un "venditore" che "non avrebbe mai dovuto lasciare che quella guerra iniziasse". Un alto funzionario della difesa ha affermato che il Pentagono sta ancora pianificando come e se il sostegno continuerà e Austin ha affermato venerdì che "ogni giorno, stiamo costruendo capacità a lungo termine per l'Ucraina. Nessuno di noi è estraneo all'incertezza politica negli Stati Uniti o in Ucraina, per quel che conta". I funzionari statunitensi sperano che il sostegno bipartisan all'Ucraina rimanga al Congresso. Ma anche questo è imprevedibile: ci sono già stati grandi contrasti a Capitol Hill quest'anno sull'approvazione di finanziamenti aggiuntivi per l'Ucraina, una disputa alimentata dai repubblicani di estrema destra contrari agli aiuti a Kiev, la cui influenza non potrà che crescere sotto l'eventuale amministrazione Trump.  L'Ucraina ha impedito al presidente russo Vladimir Putin di raggiungere "un singolo obiettivo strategico" durante la guerra, ha detto Austin domenica, senza tuttavia proporre uno scenario su come l'Ucraina possa vincere la guerra. Le truppe russe hanno continuato a conquistare il territorio ucraino, stanno surclassando gli ucraini sul campo di battaglia e mantengono un vantaggio "significativo" in termini di personale e munizioni, ha affermato un alto funzionario della Nato la scorsa settimana. Nel frattempo, l'Iran ha inviato alla Russia tre spedizioni di missili balistici e la Corea del Nord ha fornito 11.000 container di munizioni e sembra prepararsi a schierare truppe per combattere con la Russi. Anche la Cina continua a essere un "facilitatore critico" dello sforzo bellico della Russia, ha aggiunto il funzionario della Nato.  Di sicuro, la guerra ha avuto un costo elevato per la Russia, che a settembre ha subito più di 1.250 vittime al giorno, il tasso più alto dall'inizio della guerra, ha detto il funzionario. Ma Mosca sta anche mobilitando 30.000 nuove truppe al mese e producendo più di 3 milioni di munizioni all'anno, un ritmo che probabilmente potrà continuare per "i prossimi anni", ha aggiunto il funzionario. L'Ucraina ha un armamento più sofisticato grazie all'Occidente, il che potrebbe dare al paese un vantaggio strategico, ha detto ancora. "In termini di capacità, l'Ucraina è in una posizione molto più forte quest'anno rispetto a un anno fa". Anche il flusso di munizioni è ora "molto più costante". Ma la Russia mantiene il vantaggio in termini di massa di personale e munizioni. E gli Stati Uniti non sono ancora pronti a consentire all'Ucraina di usare missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti per colpire in profondità la Russia, cosa che Zelensky ha ripetutamente richiesto. Austin ha comunque affermato di essere fiducioso che gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a impegnarsi anche il prossimo anno per sostenere l'Ucraina, indipendentemente da chi sarà al potere. "Penso che alleati e partner continueranno a essere all'altezza della situazione", ha affermato domenica sera. "E abbiamo investito in obiettivi che presto si concretizzeranno, in termini di sistemi aggiuntivi come i Nasams (missili terra-aria). Abbiamo fatto quegli investimenti un anno e mezzo, due anni fa, e presto inizieremo a vedere alcuni di questi concretizzarsi".

Lavoro, Benigni (Eca Italia): "People scarcity vera emergenza, blu card per addetti extra-Ue"

(Adnkronos) - Il tema della 'people scarcity' in Italia, ossia la difficoltà nel reperire personale qualificato, emerge come un problema cruciale per le piccole e medie imprese (pmi), che rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale del Paese. Secondo un'indagine dell'I-aer (institute of applied economic research), tra il 2024 e il 2028 il fabbisogno di forza lavoro in Italia si attesterà tra i 31 e i 36 milioni di occupati, a seconda degli scenari futuri. Questo dato include la sostituzione di circa 2,9 milioni di lavoratori in uscita. Lombardia, Lazio, Campania, Emilia-Romagna e Veneto guideranno la domanda di nuovi occupati. Tuttavia, nonostante la digitalizzazione abbia trasformato i processi di ricerca e selezione del personale, le imprese italiane, in particolare le pmi, faticano a trovare candidati idonei. Il 70% delle pmi interpellate segnala difficoltà nel reperire personale adatto. Le pmi continuano a incontrare difficoltà nel reclutare figure qualificate in vari settori: tecnologia dell'informazione: carenza di sviluppatori software, specialisti in cybersecurity e analisti; manifatturiero: mancanza di operai qualificati, tecnici di manutenzione e specialisti in automazione industriale; costruzioni: difficoltà nel trovare carpentieri, muratori ed elettricisti; logistica e trasporti: penuria di autisti di camion e operatori di magazzino; alberghiero e ristorazione: scarsità di cuochi, camerieri e addetti alle pulizie; agricoltura: insufficienza di lavoratori stagionali e specializzati per la raccolta. “La formazione e l’istruzione rappresentano i pilastri fondamentali per ridurre il gap di competenze. Ma una ulteriore leva su cui aprire una riflessione è legata al tema dell’immigrazione: il punto è ormai da anni al centro del dibattito politico, ma quale è l’approccio delle aziende verso questo tema?, dice Andrea Benigni, ceo Eca Italia.  "Le complessità in cui le aziende -spiega ancora- si muovono abitualmente ha reso le stesse pragmatiche ed attente osservatrici dei trend ed orientamenti assunti dal mercato del lavoro. Se molte competenze specialistiche non sono acquisibili in Italia è altrettanto vero che alcune aree internazionali, come il Sud America, il Maghreb, il Sud Est Asiatico, sono in grado di offrire un combinato tra qualità e quantità di offerta di lavoro verso cui la pmi in particolare, ma anche la grande azienda, ha mostrato e mostra sensibilità”. La Blu Card, introdotta nel 2023, favorisce l’ingresso di personale extra Ue qualificato nel nostro Paese con possibilità di accesso al di fuori delle quote di ingresso, quindi fuori dallo schema del noto decreto flussi. La forte discontinuità portata dal decreto 153/2023 è stata quella di abbassare il grado di soglia qualitativa che connota la specializzazione del candidato extra comunitario. Se fino all’emanazione del decreto la qualifica era strettamente connessa al possesso di una laurea, il nuovo scenario consente l’ingresso a lavoratori specializzati non necessariamente laureati, laddove è ormai noto che la specializzazione in azienda non può e non è esclusivamente combinata con un titolo di studio qualificato. E’ chiaro che questo tipo di circostanza può far variare, almeno parzialmente, la questione della people scarcity.  Per dimostrare una specializzazione professionale combinata con le esigenze della nuova Blu Card sarà necessario rappresentare una qualifica superiore attestata da almeno 5 anni di esperienza di livello paragonabile ai titoli di istruzione superiori di livello terziario pertinenti alla professione o al settore specificato nel contratto di lavoro o nell’offerta vincolante. Sarà altresì necessario documentare questo tipo di posizionamento attraverso la presenza di precedenti contratti di lavoro piuttosto che buste paga o altre circostanze che profilino il livello di qualificazione.  “Il problema della people scarcity è tra i più attuali, ed è chiaro che uno strumento come la Blu Card non è la soluzione definitiva alla criticità di cui si sta dibattendo, ma, questa leva comporterà che le aziende dovranno aumentare i loro budget in tema di selezione da un lato e gestione operativa dall’altro, ampliando potentemente il bacino di reclutamento a loro disposizione", spiega ancora Benigni.  "Il processo di gestione per l’ottenimento della blu card non è banale, una volta individuato il candidato argentino, emiratino, cinese, canadese e via dicendo, le aziende devono attivare una procedura articolata che porterà all’ottenimento del nulla osta al lavoro, rileverà conoscere bene il processo e muoversi tempestivamente per creare le migliori condizioni di incontro domanda/offerta di lavoro. La people scarcity rappresenta una sfida significativa per le pmi italiane, minacciando la loro competitività e la sostenibilità nel lungo termine. Il disallineamento tra domanda e offerta di competenze, l’invecchiamento demografico e le rigidità normative costituiscono ostacoli rilevanti, ma non insormontabili", continua ancora Benigni.  "Interventi mirati in ambito formativo, incentivi fiscali e, non ultimo, uno sguardo sereno alla leva migratoria devono diventare dei target a cui riferirsi. Queste misure non solo possono affrontare l’attuale carenza di personale qualificato, ma anche rafforzare la loro posizione nel panorama economico italiano e, nel tempo, internazionale", conclude Benigni.

Dal clima alla biodiversità, al via la 40esima spedizione italiana di ricerca in Antartide

(Adnkronos) - Con l’arrivo del primo gruppo di tecnici presso la stazione Mario Zucchelli sul promontorio di Baia Terra Nova, è iniziata la 40esima spedizione italiana in Antartide, che fino a febbraio 2025 vedrà impegnati 140 tra ricercatori, ricercatrici e tecnici in progetti di glaciologia, climatologia, sismologia, geomagnetismo e biodiversità.  Le missioni italiane in Antartide, iniziate il 23 dicembre 1985, sono condotte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e gestito dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per il coordinamento scientifico, da Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi.  “Quaranta spedizioni, un traguardo importante che segna anche l’avvio degli studi di fattibilità per diversi interventi di riqualificazione e miglioramento infrastrutturale delle basi italiane antartiche - dichiara Elena Campana, direttrice dell’Unità Tecnica Antartide dell’Enea - Grazie a un finanziamento straordinario messo a disposizione dal ministero dell’Università e della Ricerca, nei prossimi 10 anni porteremo a termine tutta una serie di interventi per rinnovare e rendere più efficienti sia gli impianti di produzione dell’energia, sia le infrastrutture che ospitano il personale. Quest’anno eseguiremo i rilievi necessari a individuare le soluzioni tecnologiche più idonee all’ambiente estremo polare”.  Inoltre, nel corso dell’attuale campagna presso la stazione Mario Zucchelli sarà realizzato un nuovo osservatorio geomagnetico e potenziato l’impianto fotovoltaico, con l’obiettivo di produrre una quota sempre maggiore di energia da fonti rinnovabili. A Concordia, invece, è previsto il completamento del primo modulo del nuovo summer camp, l’area esterna alla stazione destinata a ospitare ricercatori e tecnici durante le campagne estive.  “È un anno da celebrare quello della 40esima spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), visto che si inserisce nella cornice preparatoria dell’imminente 'Decade delle Nazioni Unite sulla criosfera', prevista per il 2025 e nell’importante conferenza dell’Antarctic Treaty Consultative Meeting, che si terrà nel giugno del 2025 a Milano -afferma Mauro Sclavo, direttore f.f. dell’Istituto di scienze polari del Cnr - Il Cnr assicura anche nel corso di questa missione il coordinamento scientifico di progetti cruciali per l’avanzamento della conoscenza in diversi settori e da cui ci attendiamo risultati significativi per comprendere sempre meglio le sfide scientifiche del momento, come quella del cambiamento climatico”.  Con 24 ore di luce al giorno e una temperatura che varia da 0 a -20 gradi, presso la Stazione Mario Zucchelli, saranno 57 le unità di personale di ricerca e tecnico impegnate con le attività di 9 osservatori permanenti che garantiscono il monitoraggio e l’acquisizione continua di misure di climatologia, sismologia, geodesia, geomagnetismo, fino a osservazioni dell'alta atmosfera e meteorologia spaziale. Alcuni osservatori assicurano il monitoraggio vulcanologico, mentre altri rilevano le modificazioni sulle comunità microbiche, del permafrost e della vegetazione, quest’ultima in notevole incremento negli ultimi anni in Antartide, così come in generale in tutte le aree polari terrestri.  Inoltre, presso la Stazione Mario Zucchelli, ricercatrici e ricercatori studieranno il ruolo del ghiaccio marino nel ciclo del mercurio, analizzeranno i laghi supraglaciali, la biodiversità, l’evoluzione, l’adattamento e i meccanismi immunitari degli organismi antartici. Infine, uno dei progetti di ricerca prenderà in esame il microbioma dell’essere umano.  Nella Stazione italo-francese di Concordia, sul plateau antartico a oltre 3mila metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa, la campagna estiva partirà i primi di novembre e vedrà impegnate 55 persone di cui la metà italiane. Alle attività coordinate dal Pnra si affiancheranno le attività di ricerca in carico all’Istituto polare francese Paul-Émile Victor (Ipev) e all’Agenzia Spaziale Europea (Esa).  Anche quest’anno, a novembre sarà aperto il campo di Little Dome C, a 35 chilometri da Concordia, dove proseguiranno le attività legate al progetto internazionale 'Beyond Epica Oldest Ice', finanziato dalla Commissione europea e coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) a cui partecipano per l’Italia anche Enea e Università Ca’ Foscari Venezia. Presso il campo si svolgeranno attività di carotaggio del ghiaccio attraverso cui il team di ricerca ricaverà dati sull’evoluzione di temperatura e composizione dell’atmosfera, tornando indietro nel tempo di 1 milione e mezzo di anni.  L’arrivo del primo personale Pnra a Concordia coincide con il rientro dei tecnici e ricercatori che hanno trascorso l’inverno antartico presso la stazione. A loro si avvicenderanno da febbraio 2025 fino al novembre successivo, altri 13 winterover (sei francesi, sei italiani e un inglese) che garantiranno il funzionamento della stazione e il proseguimento delle attività di ricerca, anche quando la temperatura esterna scenderà vicino ai -80°C e le condizioni meteorologiche renderanno la stazione irraggiungibile.  Le attività di ricerca della campagna scientifica si svolgeranno anche a bordo della nave Laura Bassi salpata in questi giorni verso la nuova Zelanda, dove arriverà a fine novembre passando per il Canale di Panama, dopo 50 giorni di navigazione. La nave inizierà poi il suo viaggio verso l'Antartide il 9 dicembre con a bordo 28 unità di personale tecnico-scientifico, oltre a un equipaggio navigante di 23 membri, per fare ritorno a Lyttelton il 19 gennaio. A fine gennaio la rompighiaccio partirà nuovamente dalla Nuova Zelanda per la seconda parte della missione in Antartide che terminerà all’inizio di marzo 2025.  “Dopo cinque campagne di successo in Antartide, la Laura Bassi giunge quest'anno alla sua sesta missione - spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Siamo estremamente soddisfatti delle attività svolte e, grazie ai lavori apportati a bordo e alla collaborazione tra l’equipaggio, il personale tecnico e quello scientifico, abbiamo garantito il massimo supporto alle attività di ricerca oceanografica e geofisica, fornendo un apporto significativo alla comunità scientifica nazionale e internazionale”.  Le Forze Armate partecipano alla spedizione con 17 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri. Affiancheranno sul campo i ricercatori e le ricercatrici durante tutto il corso della spedizione, rendendo possibili e sicure sia le campagne esterne sia quelle subacquee, ma anche le operazioni aeree grazie alle competenze dei meteo previsori e dei controllori di volo. Inoltre, l’Aeronautica Militare assicurerà grazie al C-130J della 46esima Brigata Aerea i collegamenti tra Christchurch (Nuova Zelanda), la stazione italiana 'Zucchelli' e quella statunitense di McMurdo, provvedendo al trasporto di materiali, mezzi e personale. Alle attività parteciperanno anche due componenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.