Sintesi a cura di Giovanni Iacobelli, CITO – Head Demand Corporate Systems FiberCop S.p.A.
La discussione ha evidenziato come l’Intelligenza Artificiale stia diventando un elemento trasversale nei processi organizzativi e, in particolare, nel People Management. Gli interventi hanno mostrato un quadro ricco di applicazioni concrete, accomunate da un approccio pragmatico e orientato alla trasformazione culturale.
Agenti intelligenti per servizi interni ed esterni: molte organizzazioni hanno raccontato l’adozione di agenti conversazionali o sistemi intelligenti capaci di: rispondere alle richieste amministrative dei dipendenti (ferie, documenti, policy, percorsi formativi, ecc.); supportare la relazione con il cliente esterno, ad esempio per presentare nuovi prodotti o servizi; favorire lo sviluppo delle competenze del personale rispetto al ruolo professionale e all'integrità, come definita dalla cornice quadro aziendale.
Questi strumenti riducono il carico operativo dei team HR e Customer Service, migliorando al tempo stesso la qualità e la rapidità delle risposte.
AI nei processi di selezione: l’AI è stata applicata anche nel recruiting, con un approccio definito “intelligente” perché orientato a un duplice obiettivo: risparmiare tempo interno, automatizzando screening e micro-attività di valutazione; restituire ai candidati un output di valore, simile a un mini-assessment, migliorando la candidate experience e dando maggiore trasparenza al processo.
Sono stati presentati ulteriori esempi che mostrano come l’AI possa intervenire anche su processi più complessi: supporto al data entry per trasformare dati destrutturati in dati strutturati (ad esempio informazioni dei borsisti); CRM per i dipendenti, in grado di segmentarli in personas grazie alla profilazione e offrire comunicazioni, contenuti e servizi personalizzati.
Queste applicazioni fanno emergere un HR più orientato all’analisi dei dati e al servizio personalizzato. Quindi ci siamo chiesti “come cambia la funzione HR?" Tutti i relatori hanno concordato su alcuni punti chiave: L’HR diventa l’attore centrale del change management, la trasformazione generata dall’AI è prima di tutto culturale, non solo tecnologica; in alcune realtà, la responsabilità dell’area AI è collocata proprio sotto l’HR, a conferma del suo ruolo strategico nella gestione del cambiamento. L’AI è vista come copilota, non come sostituto: uno strumento per liberare tempo da attività a basso valore aggiunto.
La domanda fondamentale: cosa faremo con il tempo liberato? Da tutti gli interventi è emersa una riflessione comune: l’opportunità non è solo efficientare, ma reinvestire il tempo riconquistato in attività ad alto valore umano, relazionale e strategico. La provocazione finale è diventata un auspicio condiviso:
Se l’AI farà le attività operative, potremo ricominciare a parlare davvero con le persone?
Moderazione: Giovanni Iacobelli, Head Demand Corporate / FiberCop.
Interventi di:
Alessandro Antonini, Adjunct Professor of HR L&D Management / Università LUMSA;
Teresa Baccelliere, Human Resources Manager / MedEA telemedicina;
Corrado Del Vescovo, CRO/Chief Revenue Officer / Alveria;
Rosa Martelli, Group People & Organization and Properties Director / Maticmind;
Stefano Perri, People & Culture Manager / Rattix;
Guglielmo Rasy, HR Leader & Innovation Manager / Inmatica;
Luigi Scarpa, HR Business Partner;
Gianna Zappi, Vice Direttrice Generale Sostenibilità e Valorizzazione / UNI Ente Italiano di Normazione.
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