Al suo arrivo in Francia dall'Azerbaigian, accompagnato dalla sua guardia del corpo, Pavel Durov, il 39enne fondatore e ceo franco-russo di Telegram, è stato arrestato. Nei suoi confronti era stato emesso un mandato dagli inquirenti francesi che indagano sul servizio di messaggistica istantanea. Il sistema era sotto la lente dell'Ufficio nazionale antifrode. La ragione? Attività sulla piattaforma criptata che andrebbero dal riciclaggio di denaro al traffico di droga, ha spiegato Bfmtv, aggiungendo che si tratterebbe di reati di cui l'azienda sarebbe complice per l'assenza di moderazione. A commentare l'arresto è la Russia. "Pensate che questa volta si rivolgeranno a Parigi per chiedere il rilascio di Durov o si morderanno la lingua?", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, con un riferimento alle organizzazioni internazionali. In passato, "ci sono state lamentele relative a Telegram in molti Paesi a causa dei parametri tecnici del sistema di crittografia", ha affermato Zakharova secondo quanto riporta l'agenzia russa Tass che cita il caso del 2018 quando una serie di ong condannarono una decisione russa di bloccare Telegram. Ma Durov, ha aggiunto, è sempre rimasto in libertà e ha continuato a lavorare alla sua creatura.