"La malattia oncologica impatta in modo indiscutibile sulla salute mentale. Come sappiamo, corpo e mente sono interconnessi e il disagio psico-emotivo è stato definito come il sesto segno vitale. Questo significa che, nei pazienti oncologici, dobbiamo assolutamente fare uno screening e andare a rilevare questo segno vitale, ossia lo stato psicologico ed emotivo del paziente, affinché non solo possiamo produrre benessere durante il percorso di cura, ma anche aumentare l'efficacia dei trattamenti oncologici, date le ultime evidenze scientifiche". Così, Ketti Mazzocco, professore associato di psicologia Università Statale di Milano e psiconcologa Istituto europeo oncologia (Ieo) di Milano, ha spiegato il ruolo dello psiconcologo intervenendo oggi nel capoluogo lombardo alla presentazione della campagna nazionale 'Tumore del seno e qualità di vita', promossa da Fondazione Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) con il contributo non condizionato di Gilead. A proposito del "supporto psicologico emotivo al paziente dopo diagnosi", l'esperta osserva che è "importante, per lo psiconcologo, andare a lavorare anche su ciò che è stato il prima del paziente perché quel prima ci ha portato dove è arrivata la malattia e ormai ci sono molte evidenze che ci dicono che fattori psicologici e sociali, oltre che ambientali, impattano e contribuiscono a un'infiammazione di basso grado che contribuisce all'insorgenza di tumore. Quindi come psiconcologo - conclude - sostengo anche la promozione di un cambiamento del sé che mi permetta di affrontare la vita in un modo diverso, rispetto a come la si affrontava precedentemente alla malattia".