Gli stili di vita non influiscono solo sulla comparsa di una neoplasia, ma anche sull’efficacia delle cure, cioè la prevenzione secondaria e terziaria. “Non solo il fumo ma anche l'obesità modificano sostanzialmente la capacità dei pazienti di rispondere alle terapie attraverso complessi meccanismi di controllo della crescita neoplastica molto ben definiti. Oggi, grazie all'efficacia dei percorsi terapeutici che abbiamo a disposizione, che garantiscono molti anni di vita dopo la diagnosi di cancro, se non modifichiamo gli stili di vita, il paziente ha una maggiore probabilità di sviluppare nuovamente altre neoplasie”. Così Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata, partecipando oggi a Roma, con Fondazione Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, al lancio della campagna nazionale ‘Tumori, scegli la prevenzione’, realizzata con il contributo non condizionato di Daiichi Sankyo Italy. “Questo - continua Marchetti - è un primo aspetto della prevenzione terziaria”, cioè in chi è già stato curato per un cancro: “evitare che il mantenimento di stili di vita scorretti continuino ad aumentare il rischio di sviluppare altre malattie. Un altro aspetto fondamentale della prevenzione terziaria “riguarda la possibilità di ridurre o di anticipare la diagnosi di effetti collaterali, anche gravi, legati ai trattamenti anticancro come l'insufficienza cardiaca, che compare dopo 10 o 15 anni dall'impiego di antracicline. Attuando un percorso di vita sano, si riduce il rischio di sviluppare patologie anche a livello cardiaco”. Inoltre, come Fondazione Aiom e Fondazione per la Medicina personalizzata “abbiamo più volte presentato alle istituzioni due aspetti di innovazione fondamentale - illustra Marchetti - Da un lato l'ampliamento degli ambulatori dei guariti, che saranno ambulatori multidisciplinari, possibilmente in spazi diversi da quelli dell'ospedalieri, che garantiscano la presa in carico di soggetti guariti. D’altra parte è importante creare delle strutture di recupero funzionale. Se smettessimo di ragionare per silos - osserva - comprenderemmo che un recupero funzionale completo consentirebbe di risparmi e di maggiori incassi al sistema paese perché le persone sarebbero reinserite nella società, nell’ambiente lavorativo”, invece di richiedere assistenza. Questo approccio “è importantissimo in oncologia, proprio perché abbiamo malati che guariscono dal cancro in maniera sempre maggiore - conclude Marchetti - ma è importante anche in patologie croniche come il diabete nel quale mantenere una dieta corretta consente non solo la riduzione di evoluzioni negative della malattia, ma rappresenta anche un momento di cura”.