Deboli le misure di tutela e ripristino del capitale naturale mentre continua il consumo di suolo. Questa la fotografia contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2024, la due giorni green a Rimini nell’ambito di Ecomondo, promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy. Tra il 2021 e il 2022 - sottolinea il rapporto - il consumo di suolo è stato di 70,8 km2, pari a 19,4 ettari al giorno. È il valore più elevato a partire dal 2012, a fronte di una diminuzione della popolazione di circa 206mila unità. Il suolo consumato copre il 7,14% del territorio nazionale. Più nel dettaglio, nel 2022 i principali interventi di artificializzazione del territorio si sono verificati in pianura Padana e lungo la fascia costiera Adriatica, con episodi significativi nel litorale romagnolo e in Salento. In questo quadro, la superficie vegetata in percentuale della superficie urbanizzata, dal 2016 al 2022 nelle principali città italiane, è pressoché invariata. L’incidenza della superficie verde direttamente fruibile dai cittadini, nel 2021, nei capoluoghi, era in media solo di 8,55 metri quadrati ogni 100 di superficie urbanizzata. Non solo. Per quanto riguarda la risorsa idrica, "nonostante la crisi climatica porti anche periodi prolungati di siccità e una riduzione della disponibilità media annua di acqua, nel 2023 le perdite della rete sono state pari al 42,2% a livello nazionale e al 50,5% nelle regioni del Sud". "Per gli effetti dei cambiamenti climatici non si può pensare di reiterare esclusivamente le misure usate in passato, serve un ventaglio più ampio di soluzioni, con una maggiore ricorso a quelle basate sulla natura", si sottolinea nella Relazione.