La Russia prepara una nuova spallata in Ucraina nella guerra in corso da quasi 1000 giorni. Mentre si prepara ad attaccare con l'aiuto dei soldati nordcoreani per restituire a Vladimir Putin la regione di Kursk invasa dalle forze di Kiev, l'esercito di Mosca continua a spingere nel Donetsk, al momento l'area più calda del fronte. La Russia, però, si appresta a lanciare un'offensiva e punta a sfondare nella regione di Zaporizhzhia. Le operazioni sono già iniziate, secondo le informazioni che l'Economist ha ottenuto dall'intelligence ucraina. "Le azioni militari sono già iniziate nella regione", scrive il giornale. L'imminente arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca sembra aver avuto un effetto sulle strategie dei due paesi.
La prospettiva dell'inizio di un dialogo, sotto la spinta del nuovo presidente degli Stati Uniti, impone ai due paesi uno sforzo immediato per consolidare o migliorare le proprie posizioni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferisce che le brigate ucraine resistono a Kursk, per conservare un jolly da spendere al tavolo delle trattative. Putin, scrive l'Economist, "mantiene l'iniziativa e appare improbabile che voglia proporre un cessate il fuoco prima che i combattimenti" a Zaporizhzhia "siano terminati".
Nell'oblast, l'esercito russo sta schierando gruppi d'assalto addestrati nelle posizioni di prima linea, come riferisce Vladyslav Voloshyn, portavoce del Comando meridionale dell'esercito ucraino, confermando la possibilità di un nuovo assalto russo nella regione "da un giorno all'altro". All'inizio di ottobre, le truppe russe hanno ripreso gli attacchi nel settore di Zaporizhzhia. Kiev ha avvertito di una potenziale spinta russa nella regione meridionale, proprio mentre le truppe di Mosca continuano ad avanzare nell'est dell'Ucraina. Secondo Voloshyn, la Russia si sta preparando a intensificare la sua offensiva verso la città di Orikhiv, nella provincia di Zaporizhzhia. Questa decisione, secondo il portavoce, consentirà all'esercito russo di assumere il controllo delle rotte logistiche verso Ucraina orientale. In una fase cruciale della guerra, aumenta la pressione sui partner occidentali dell'Ucraina. La prospettiva di un disimpegno americano sposta inevitabilmente il baricentro sull'Europa. Un invito a "fare di più che permettere solamente all'Ucraina di combattere" è rivolto all'Occidente dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, in una conferenza stampa al termine di un incontro a Parigi con il presidente francese, Emmanuel Macron. "Dobbiamo mantenere la forza della nostra alleanza transatlantica. La sfida immediata che dobbiamo affrontare è sostenere l'Ucraina", che si sta "preparando per l'inverno più duro" dall'inizio dell'invasione, aggiunge Rutte.
Più diretta la premier estone Kaja Kallas, candidata come Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea. I Paesi dell'Unione europea devono "investire più nella difesa" e "farsi carico delle proprie responsabilità", dice durante l'audizione di conferma al Parlamento europeo. Non si può accettare che Russia, Corea del Nord e Iran producano più equipaggiamenti e munizioni dell’area euroatlantica, evidenzia Kallas, sottolineando che l'Ue ha le risorse per colmare il divario e promettendo di lavorare in tal senso con il prossimo commissario Ue alla difesa se confermata. L'ex premier estone si dice anche felice del progresso di una sua iniziativa, la produzione di un milione di munizioni per l'Ucraina in Ue, e promette di spingere ogni Paese a dedicare lo 0.25% del proprio Pil per poter superare la Russia in termini di risorse - misura proposta dall'Estonia che definisce "fondamentale per la sicurezza del nostro continente". Parlando della guerra in corso, Kallas esorta gli europei a "trasformare la paura in azione" e sottolinea che la preparazione per affrontare le nuove sfide richiederà un "cambio radicale della nostra mentalità in tutti i campi della società". La relazione transatlantica rimane il "partenariato economico e di sicurezza più grande al mondo" e questo non cambierà, contina, perché Ue e Usa sono "più forti e sicuri se collaborano". Questo nel contesto della rielezione di Donald Trump, che ha minacciato un allontanamento di Washington dalla Nato.