Calendario Pirelli, dal 1964 a oggi: le quattro vite di The Cal

Quattro fasi, quattro vite. The Cal nasce come progetto esclusivo di Pirelli UK Ltd, la consociata inglese del gruppo della Bicocca, che vi lavorava con ampi margini di autonomia. Sono infatti gli inglesi che, alla ricerca di una strategia di marketing per superare la concorrenza domestica di altre case britanniche di pneumatici, nel 1964 incaricano un fotografo, l’inglese Robert Freeman, ritrattista dei Beatles, di dare vita, sotto la direzione di Derek Forsyth, a un progetto all’epoca del tutto innovativo. Vede così la luce un prodotto editoriale raffinato ed esclusivo, con valenze artistiche e culturali che andarono da subito ben oltre il campo della moda e del glamour. Da allora The Cal continua a scandire il passare dei mesi offrendo – attraverso le immagini dei più acclamati fotografi del momento – una lettura e un’interpretazione del costume, spesso anticipatorie di nuove tendenze.  Dal 1964 al 2025, comprese alcune interruzioni nel corso degli anni, sono state pubblicate 51 edizioni del Calendario Pirelli, realizzate da 40 fotografi. La storia del Calendario Pirelli può essere divisa in quattro periodi distinti: il primo decennio, dal 1964 al ’74, seguito da una lunga interruzione delle pubblicazioni (nove anni) a causa della recessione economica; il secondo decennio, dall’84 al ’94, che inizia con la rinascita del Calendario e il progressivo ritorno alla ribalta; dal 1994 al 2015, a cavallo di due secoli, che vede The Cal affermarsi come un oggetto cult, capace di fare tendenza; dal 2016 a oggi, anni in cui il Calendario, da sempre anticipatore di tendenze, coglie nuove sensibilità legate ai cambiamenti culturali ed estetici. Gli anni della gioventù di The Cal sono scanditi dal crescente successo dei Beatles, della musica rock, della minigonna, ma anche dalla contestazione giovanile e dalla mobilitazione pacifista contro la guerra nel Vietnam.  Il Calendario si emancipa dalla iniziale vocazione di corporate gadget per i principali clienti e diventa un oggetto esclusivo destinato a pochi beneficiari. Le modelle sono per lo più giovani esordienti, fotografate sullo sfondo di spiagge esotiche e scenari naturali tra i più suggestivi ed esclusivi. Ma ogni tanto dalle immagini patinate affiora la vera vocazione del Calendario, che è estetica e culturale insieme: The Cal aspira a diventare un segno dei tempi che cambiano. Così nel 1968 Harri Peccinotti s’ispira alle poesie di Elizabeth Barret Browning, Allen Ginsberg, Ronsard; e l’anno successivo lo stesso fotografo rifiuta di “mettere in posa” le modelle per “rubare” gli scatti sulle spiagge assolate della California; nel 1972 è la prima volta di un fotografo donna, Sarah Moon, che infrange alcuni tabù del suo tempo. La cessazione delle pubblicazioni, annunciata nel marzo del 1974, suscita sui media britannici e internazionali un clamore assai maggiore dell’esordio, segno evidente del crescente successo del Calendario Pirelli, che continuò a vivere nel decennio successivo in una serie di libri, raccolte e antologie pubblicate in diverse lingue. Il più famoso volume sui dieci anni di The Cal venne pubblicato nel 1975 con una prefazione nostalgica firmata da David Niven. Con queste premesse nel 1984 prende avvio la rinascita, molto attesa, del Calendario. A guidarla è il nuovo art director, Martyn Walsh, che per tornare alle origini inserisce nelle fotografie una “citazione” discreta, quasi subliminale, del principale prodotto del gruppo: il pneumatico. Sulle spiagge delle Bahamas, accanto alle splendide modelle fotografate per il Calendario 1984 da Uwe Ommer, compare un’impronta che risulta ai più misteriosa: è il battistrada del pneumatico P6, l’ultimo nato in casa Pirelli. Un’ombra lieve, un disegno appena accennato ma onnipresente, un accenno alla tecnologia che pervade la nostra epoca. Nel 1987 Terence Donovan crea il primo Calendario interamente dedicato alle Venere di colore: tra le protagoniste, una Naomi Campbell agli esordi, appena sedicenne.  L’anno dopo, nel 1988, Barry Lategan inserisce per la prima volta, in una “vetrina” tradizionalmente riservata alle donne, un protagonista maschile. Nel 1990 Arthur Elgort realizza il primo Calendario Pirelli tutto in bianco e nero, dedicato alle Olimpiadi e alla regista tedesca Leni Riefenstahl. Nel 1993, ancora una volta allo scadere del decennio e dopo il cambio di direzione al vertice del gruppo, avviene una svolta importante. La comunicazione Pirelli si impone a livello internazionale con campagne pubblicitarie di grande successo (famosa quella del velocista nero Carl Lewis con scarpette rosse e tacchi a spillo) e il Calendario diventa uno degli strumenti chiave per comunicare la rinnovata immagine del Gruppo. La direzione artistica del Calendario si trasferisce nel quartier generale milanese e si decide di abbandonare ogni riferimento o citazione ai pneumatici. The Cal torna così ad essere se stesso, pura espressione artistica senza vincoli né condizionamenti tranne quelli dello stile e del buon gusto.  D’altronde la “P lunga” è un brand internazionale che non s’identifica con una sola famiglia di prodotti, ma evoca un ampio spettro di valori e di significati, primi fra tutti l’innovazione continua e la ricerca dell’eccellenza, elementi questi da sempre stimolo anche per il Calendario. Herb Ritts inaugura nel 1994 la nuova stagione di The Cal con una eccezionale parata di top model: Cindy Crawford, Helena Christensen, Kate Moss e Karen Alexander. Il suo calendario, intitolato A Homage to Women vuole fissare in immagini “le donne degli Anni Novanta e il loro posto nel mondo: donne fiere e seducenti, belle dentro”. D’ora in avanti il talento creativo dei fotografi e il fascino delle modelle diventano, ancor più di prima, le chiavi di volta del successo del Calendario Pirelli. Si rafforza così il legame con il mondo della moda e del glamour: per le star della passerella, una foto su The Cal equivale a una consacrazione e la competizione fra le giovani esordienti si fa sempre più accesa. Tra le protagoniste più glamour delle ultime edizioni del secolo figurano: Christie Turlington e (di nuovo) Naomi Campbell nel 1995 (foto di Richard Avedon); Carré Otis, Eva Herzigova e Nastassja Kinsky nel 1996 (foto di Peter Lindbergh); Inés Sastre e Monica Bellucci (prima modella italiana) nel 1997.  Nel 1998 Bruce Weber dedica anche alcuni scatti a star maschili del cinema e della canzone come Robert Mitchum, John Malkovich, Kris Kristofferson, B.B.King e Bono; Alek Wek e Laetitia Casta sono le donne simbolo del 1999 di Herb Ritts e del 2000 di Annie Leibovitz. Il ventunesimo secolo si apre con un Calendario Pirelli realizzato a Napoli da Mario Testino con Gisèle Bunchen e Frankie Ryder tra le protagoniste. Nell’edizione 2002 compaiono numerose attrici e due nipoti famose: Lauren Bush (17 anni, nipote di George senior) e Kiera Chaplin (nipote del grande Charlie). Il cast del 2003, ancora di Bruce Weber, è particolarmente ricco: include ben tre presenze italiane (Mariacarla Boscono, Eva Riccobono e Valentina Stilla) a fianco di celebrate top model come Sophie Dahl, Heidi Klum, Karolina Kurkova e Natalia Vodianova e di nuovo personaggi maschili del mondo del cinema e dello sport (Alessandro Gassman, Stephane Ferrara, Richie La Montagne). Il 2004, l’edizione del quarantennale, si concentra sui sogni e i desideri di donne celebri come Catherine Deneuve e Isabella Rossellini e si affida alla creatività tecnologica del fotografo Nick Knight.  Il 2005 è di Patrick Demarchelier, che nel suo O espirito do Brazil ritrae modelle del calibro di Naomi Campbell e giovani esordienti come Adriana Lima sulle spiagge assolate di Ipanema e Copacabana. Il 2006 è stato realizzato dal rodato duo anglo-turco Mert e Marcus, nella suggestiva cornice anni ’60 della Costa Azzurra e ha per interpreti donne straordinarie per bellezza e sensualità come Jennifer Lopez, Kate Moss e Gisele Bundchen. Il 2007 è la volta delle star. Ne vengono scelte 5 tra le più note e apprezzate di Hollywood: Sophia Loren, Penelope Cruz, Hilary Swank, Naomi Watts e un’emergente Lou Doillon fotografate dal duo olandese Ines e Vinoodh Matadin in California. Il 2008 di Patrick Demarchelier, che firma per la seconda volta The Cal, è la prima in assoluto realizzata nel continente asiatico. Ambientato interamente a Shanghai, ha un casting che è un mix tra Occidente e Oriente e vede tra le protagoniste l’attrice cinese Maggie Cheung e la top Doutzen Kroes.  Nel 2009 è la volta del Botswana, dove il celebre artista Peter Beard ha immortalato modelle di fama internazionale come Daria Werbowy, Lara Stone e Mariacarla Boscono. Beard, che ha vissuto in Kenya per trent’anni, è uno dei più grandi interpreti mondiali del mistero e del fascino dell’Africa. L’edizione del 2010 è affidata al fotografo americano Terry Richardson, celebre enfant terrible noto per il suo stile provocatorio e trasgressivo che ritrae ragazze provocanti e scanzonate come Miranda Kerr, Lily Cole, Rosie Huntington e Ana Beatriz. Il 2011 è firmato dal genio creativo di Karl Lagerfeld, artista, esteta e figura poliedrica. Nel suo studio parigino, Lagerfeld dà vita a “Mythology” un calendario che riflette la sua passione per le leggende e i miti della mitologia grecoromana. Un mix di interpreti maschili e femminili tra cui i modelli Baptiste Giabiconi e Brad Kroenig e l’attrice Julianne Moore.  Il 2012 viene affidato a Mario Sorrenti che sceglie la Corsica per dare vita a “swoon”, l’estasi catturata dalle immagini, con un cast d’eccezione come Milla Jovovich, Kate Moss, Isabeli Fontana. Autore dell’edizione 2013 di The Cal è Steve McCurry, uno dei più famosi fotoreporter mondiali che – attraverso gli scatti per Pirelli - ha saputo raccontare la trasformazione sociale ed economica del Brasile. Le protagoniste, mai ritratte nude - sono tutte accomunate dal loro impegno a sostegno di Organizzazioni non governative, Fondazioni e progetti umanitari. Fra queste, l’attrice brasiliana Sonia Braga, la cantante Marisa Monte, le modelle Adriana Lima, Petra Nemcova e Summer Rayne Oakes.  Il Calendario 2013 coniuga la cultura, l’economia e il paesaggio brasiliano con l’elemento umano, con lo sfondo delle favelas d quartieri storici di Rio de Janeiro Nel 2014 per i 50 anni del Calendario Pirelli fu scelto di editare le foto che Helmut Newton aveva scattato nel 1985, ma che per varie ragioni non avevano mai visto la luce. Dall’anno successivo, il 2015, il Calendario prende ancora una nuova via. Molti di quei temi che spesso erano accennati nell’ambito delle varie edizioni, diventano i protagonisti della narrativa dei fotografi. Meisel introduce un tema di estrema attualità, quello delle modelle “curvy” (Candice Huffine), aprendo di fatto una nuova stagione per l’estetica del calendario. Con l’edizione 2016 si apre una nuova epoca per il Calendario Pirelli che avvia un graduale percorso di cambiamento. Anno dopo anno The Cal, da sempre anticipatore di tendenze, tiene conto di nuove sensibilità culturali ed estetiche ritraendo la bellezza attraverso sguardi molto diversi.  Il primo passo lo compie Annie Leibovitz che per il Calendario 2016 decide di rappresentare 13 donne scelte per il successo ottenuto nei più svariati campi della vita. Davanti alla sua macchina fotografica posano dalla campionessa di tennis Serena Williams alla cantante Patti Smith, dalla performer e musicista Yoko Ono alla critica e scrittrice Fran Lebowitz. Ma anche, fra le altre, la presidente emerita del Moma, Agnes Gund, la blogger Tavi Gevinson e la presidente del fondo di investimento Ariel Investment, Melody Hobson. Il testimone passa l’anno successivo a Peter Lindbergh che nel momento in cui i principali media mondiali ritraggono le donne come ambasciatrici di perfezione e giovinezza, propone e sostiene una bellezza differente, più reale e vera, talvolta non perfetta, ma capace di emozionare. Da qui il titolo del Calendario 2017 “Emotional”, scattato con 14 attrici internazionali, tra cui Nicole Kidman, Helen Mirren, Penelope Cruz e Uma Thurman. Con l’edizione 2017, il maestro tedesco diventa l’unico fotografo a essere stato chiamato a realizzare il Calendario Pirelli per ben tre volte, dopo il 1996 scattato in California nel deserto di El Mirage e il 2002 realizzato negli Studios della Paramount Pictures a Los Angeles.  Il 2018 è la volta di Tim Walker che sceglie di rappresentare 'Alice nel paese delle Meraviglie' con un cast composto da 18 personalità, tra emergenti e affermati, tra cui Naomi Campbell, Whoopi Goldberg e Ru Paul. Alice è interpretata dalla modella Duckie Thot, la cui storia personale – figlia di rifugiati sudanesi che si sono trasferiti in Australia – la rende l’ideale reincarnazione della moderna Alice, eroina senza radici e simbolo di irrequietezza. Le aspirazioni e i sogni delle donne tornano protagonisti col Calendario 2019. Albert Watson intitola il proprio Calendario “Dreaming”, perché vuole rappresentare, attraverso quattro piccoli film, le storie di quattro donne intente a raggiungere i propri obiettivi. Le immagini non sono solo ritratti, ma fermi immagini cinematografici che indagano le donne protagoniste e la loro visione: Gigi Hadid, Misty Copeland, Julia Gardner e Laetitia Casta. Per il Calendario 2020, il soggetto diventa la poliedricità della figura femminile. Il fotografo è Paolo Roversi e il titolo è 'Looking for Juliet', una rivisitazione fotografica della tragedia shakespeariana. Nove donne interpretano Giulietta, una figura semplice, ma complicata, ingenua, ma passionale fino a togliersi la vita per amore.  Roversi esplora la complessità dell’universo femminile attraverso la ricerca della Giulietta presente in ogni donna. In una sola figura convivono bellezza, forza, tenerezza e coraggio, attitudini che emergono dai gesti, dalle parole, dai sorrisi, dalle lacrime e dagli occhi delle protagoniste, tra cui spiccano Emma Watson, Claire Foy, Rosalia, Indya Moore e Christen Stewart. Il Calendario Pirelli 2021 non è stato pubblicato a fronte dell’emergenza sanitaria del Coronavirus. Dopo la sospensione per la pandemia, l’edizione 2022 – che segna anche i 150 anni di Pirelli - torna con gli scatti di Bryan Adams di On The Road che ha immortalato la vita degli artisti in tour. Un tema che torna anche nell’omonimo brano che il musicista canadese ha scritto per il Calendario e che è stato inserito in un suo album. Nel Calendario 2022 i musicisti rivivono tutti i momenti delle loro tournée. Esperienze vissute dallo stesso Bryan Adams che, per la prima volta nella storia del Calendario non è solo fotografo, ma anche parte del cast. insieme a figure come Iggy Pop, Cher, St. Vincent, Grimes e Rita Ora. Per l’edizione 2023 Emma Summerton, firma 'Love Letters to the Muse', un calendario che raccoglie 28 scatti di 14 modelle ritratte con lo stile onirico che distingue il lavoro della fotografa australiana.  Il suo Calendario ripropone il significato originario della parola Musa: chi possiede talento nella letteratura, nella scienza e nell’arte. Il Calendario di Emma Summerton, quinta donna a scattare The Cal, è una celebrazione di donne straordinarie: scrittrici, fotografe, poetesse e registe. Nel 2024 è “Timeless’ il Calendario firmato dal visual artist ghanese Prince Gyasi, uno dei più giovani artisti chiamati a cimentarsi con The Cal. Gyasi sceglie di immortalare le figure per lui capaci di imprimere un segno destinato a restare e di ispirare le generazioni future, fra queste anche Sua Maestà Otumfuo Osei Tutu II, Re dello storico Impero Ashanti dell’Africa occidentale. Nel 2025 'Refresh and Reveal', firmato dal fotografo statunitense Ethan James Green, segna un ritorno in chiave contemporanea alla sensualità e a quella ricerca della bellezza, svelata anche attraverso il corpo, che ha caratterizzato il Calendario fin dalla sua nascita.