Parigi 2024, oggi Carini-Khelif: match di boxe è caso politico

Angela Carini contro Imane Khelif sul ring oggi 1 agosto, alle Olimpiadi di Parigi 2024, per il match degli ottavi di finale del torneo di boxe nella categoria -66 kg. L'incontro di pugilato, fissato per le 11.48, si presenta come un evento sportivo speciale per le polemiche che lo hanno preceduto. Tutto ruota attorno all'atleta algerina: ammessa ai Giochi dopo l'esclusione dai Mondiali dello scorso anno per un livello elevato di testosterone. Khelif è una persona intersex con variazioni innate che possono riguardare cromosomi e livelli ormonali. Per il Cio, la 25enne ha tutti i requisiti per partecipare alla competizione femminile. Carini si avvicina all'incontro senza particolari scossoni, come dice il presidente della Federboxe Flavio D'Ambrosi all'Adnkronos. "L'atleta non è preoccupata, deve fare il suo match e vedremo. La stampa, gli appassionati dovranno giudicare. E' un caso particolare e ci sono persone che in quel contesto dovranno saper far rispettare principi, valori e regole della carta olimpica che credo siano sempre rispettati", dice, evidenziando che "sul caso Carini, con prudenza e responsabilità istituzionale, sto lasciando fare al Coni, l'interlocutore che deve parlare con il Cio è il Comitato Olimpico".   Il quadro è complesso, il tema diventa argomento di dibattito politico. "Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell'evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell'equa competizione dal punto di vista agonistico. Per Angela Carini non sarà così", dice il ministro dello Sport, Andrea Abodi. In questo caso assistiamo a un'interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili", aggiunge. Ora dopo ora, arrivano dichiarazioni da ogni schieramento politico. Sull'argomento interviene via social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici…È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?", scrive.   Matteo Salvini è stato uno dei primi a esprimersi sul "pugile trans dell'Algeria". La presenza di Khelif rappresenta "uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia 'woke'!". Il leader della Lega fa sapere di aver ricevuto "insulti e minacce per aver espresso un’opinione che credo sia largamente diffusa tra gli italiani: far competere ai Giochi Olimpici una donna con un pugile trans è una follia inaccettabile figlia dell’ipocrisia del politicamente corretto. Lo ribadisco, senza se e senza ma".  Dal Pd, risponde Laura Boldrini. "Dopo la ridicola polemica sulla cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Parigi e la presunta parodia dell'Ultima cena, che non era neanche l'Ultima cena, è il giorno dell'attacco all'atleta 'trans' algerina Imane Khelif, che poi non è un'atleta trans. Sarebbe, invece, intersex e identificata donna fin dalla nascita, secondo la ricostruzione dell'associazione Gaynet. Cosa del tutto plausibile dato che l'Algeria non consente di rettificare il nome da maschile a femminile, o viceversa, nei documenti e Khelif ha un passaporto in cui risulta donna", spiega Boldrini. "La questione si dovrebbe chiudere qui anzi, non avrebbe mai dovuto aprirsi. Ma è più redditizio far montare la polemica sui social e sui media senza neanche curarsi della necessaria serenità che Carini dovrebbe avere mentre si prepara per la competizione", dice tra l'altro Boldrini.