“Manca l'attrattività del lavorare nel Servizio sanitario nazionale, soprattutto per i giovani medici che oggi hanno delle esigenze differenti. In questo momento il 65% dei medici che sono in servizio, quindi non soltanto nel Ssn, ma che sono attivi, sono di genere femminile. Noi abbiamo un servizio sanitario organizzato al maschile. È chiaro che una giovane donna, una giovane professionista, non può rinunciare a un progetto di maternità, vuole seguire anche i figli, vuole seguire la famiglia. Questa modalità organizzativa sicuramente va modificata”. Così Antonio Magi, presidente Omceo, l’Ordine dei medici, di Roma intervenendo oggi al convegno ‘Il valore sociale del pubblico impiego nel Ssn’, organizzato da Aaroi-Emac, il sindacato dei Medici anestesisti rianimatori e dell’emergenza-urgenza, alla Camera. “È arrivato il momento di un patto per la sanità, un patto per la salute - continua Magi - In questo Paese stiamo per perdere qualche cosa di importante. Dobbiamo assolutamente trovare delle risorse economiche perché dobbiamo chiaramente evitare la fuga dal Servizio sanitario nazionale. A Roma, su 2.200 iscritti nel 2023, 1.400 mi hanno fatto domanda per andare all'estero. Prima era il contrario. I numeri erano diversi. Cominciamo a dare dei benefit e semplificare la vita burocratica”, conclude.