L'indagine, 54% giovani europei sa poco su fattori che influenzano fertilità

La metà dei giovani europei (54%) sa poco o nulla dei fattori che influenzano la fertilità, 6 su 10 ignorano che l'età migliore per avere figli sia prima dei 35 anni e il 63% di loro afferma di non conoscere nulla sulle tecniche di riproduzione assistita. I dati emergono dall’indagine ‘Le voci del Futuro’, promossa da Merck con il supporto tecnico di GAD3, che ha coinvolto circa 9.300 giovani tra i 20 e i 37 anni di 15 Paesi europei. Realizzata ad aprile 2024, la serve aveva l’obiettivo di conoscere i desideri, le aspettative e le paure di 2 fasce d’età - generazione Z (20-26 anni) e Millenials (27-37 anni) - sui temi della genitorialità per poterli supportare nella costruzione di un futuro più sano, felice e sostenibile. L’indagine ‘Le voci del futuro’, diffusa in occasione della European Fertility Week, si è concentrata su 6 temi di particolare importanza per i giovani, tra cui, appunto, ‘le sfide per costruire una famiglia’. Il desiderio di genitorialità - si legge in una nota - si scontra in tutto il mondo con una serie di barriere sociali, economiche e sanitarie. L’infertilità è una delle principali cause di quello che è stato definito ‘inverno demografico’. Secondo quanto reso noto dall’ultimo report dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, il problema è ormai globale e una persona su sei è affetta da infertilità nel corso della vita, rendendo la ricerca di una gravidanza difficoltosa a prescindere dal Paese o dalle risorse a disposizione. L’Italia è particolarmente colpita da questa problematica. Secondo i nuovi dati Istat nel 2023 le nascite della popolazione residente sono 379.890, circa 13mila in meno rispetto al 2022 (-3,4%). Ciò significa che per ogni mille residenti nel nostro Paese sono nati poco più di sei bambini. Questa diminuzione, che comporta un nuovo superamento al ribasso del record di denatalità, si inserisce in un trend ormai di lungo corso. Proprio per rispondere a questa sfida, educando sulle cause dell’infertilità e combattendo lo stigma e i tabù ad essa legati, Fertility Europe, l’organizzazione paneuropea che rappresenta le associazioni di pazienti dedicate alla fertilità, organizza dal 2016, la prima settimana di novembre, la Settimana Europea della Fertilità (4-10 novembre 2024). La necessità di iniziative di sensibilizzazione come questa sono confermate proprio dai dati della ricerca di Merck: il 54% dei giovani europei dichiara una scarsa conoscenza dei fattori che influenzano la fertilità, il 72% ammette di non avere informazioni sulla riserva ovarica e il 66% di non sapere nulla su tecniche di preservazione della fertilità come il congelamento degli ovociti. Maggiore conoscenza c’è invece sui metodi contraccettivi (73%), così come sulle informazioni sul ciclo mestruale (66%). Qui la differenza, come prevedibile, è tra gli uomini e le donne: queste ultime dichiarano di avere un’ottima conoscenza della tematica (87%) contro il 45% degli uomini. In generale i Millenials conoscono meglio questi argomenti rispetto ai Gen Z, soprattutto per quanto riguarda i metodi contraccettivi (75% contro 69%). In assoluto, dalla survey appare chiaro come ci sia bisogno di migliorare la conoscenza, fare maggiore awareness, sul tema della fertilità poiché per 4 giovani su 10 (39%) il momento migliore per avere una famiglia e mettere al mondo dei figli è prima dei 35 anni ma per il restante 61% si può posticipare il progetto. In realtà soprattutto per le donne l'età è un problema serio. Infatti la fertilità per loro diminuisce già dopo i trent'anni, dopo i 35 anni è del 50% e subisce un calo molto significativo dopo i 40. Solo il 13% delle donne si preoccupa del proprio orologio biologico quando pensa di diventare madre e questo potrebbe diventare un problema nel momento in cui la decisione viene presa troppo tardi. “Come azienda che ha fatto la storia nell’area delle terapie per l’infertilità, e leader in quest’ambito, auspichiamo un futuro in cui tutti i sogni di genitorialità si realizzino, e la crisi demografica sia solo un ricordo - ha dichiarato Ramón Palou de Comasema, Presidente e Amministratore Delegato Healthcare di Merck Italia - Questo per noi non è solo un desiderio, ma un impegno concreto: vogliamo contribuire a rimuovere tutte le barriere che ostacolano i progetti di genitorialità. Per rispondere ai bisogni informativi dei giovani, proponiamo campagne di educazione alla salute, sperimentando nuovi linguaggi e canali per migliorare la conoscenza su un tema fondamentale per il futuro della nostra società.”