Il caldo estremo "abbassa le difese immunitarie, in particolare negli anziani". E in questo periodo, in cui i "casi di Covid sono in rialzo", "ricordiamo che le strutture sanitarie, come i pronto soccorso, sono più a rischio di contagio, quindi vanno usate quando è estremamente necessario. In caso di problemi sempre meglio rivolgersi alla rete della medicina territoriale, che c'è sempre". E' l'appello, attraverso l'Adnkronos Salute, di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), in particolare per le persone anziane, in città o nei luoghi di villeggiatura. "La medicina di famiglia - continua Anelli - assicura l'assistenza continua. Se non c'è il proprio dottore c'è il sostituto e, nei giorni festivi, c'è la guardia medica. Questa è la rete di assistenza da utilizzare. I numeri gli anziani ce li hanno, anche perché molti sono seguiti in progetti di assistenza domiciliare sempre più diffusi". Al pronto soccorso, dunque, "meglio rivolgersi solo se davvero necessario", ribadisce Anelli sottolineando i rischi legati alle infezioni da Covid che impongono prudenza soprattutto per quanto riguarda gli anziani. "E' patologia che oggi non desta nessun problema per quanto riguarda i giovani e le persone che stanno bene ma può, come sempre, creare uno scompenso nei soggetti più fragili. E considerando che il caldo abbatte un po' le difese immunitarie gli anziani devono stare particolarmente attenti". Il geriatra Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, sottolinea che "è necessario rafforzare le cure domiciliari, ma farlo davvero e con concretezza, altrimenti l'unica risposta per gli anziani fragili, che possono scompensarsi per fattori ambientali, come il caldo e il freddo, saranno sempre e solo i pronto soccorso, strutture sempre più in affanno. E questo accadrà a Ferragosto come negli altri periodi critici dell'anno". Bernabei rimarca l'importanza di "fare sul serio sulla messa a terra dell'assistenza domiciliare come prevista dal Pnrr". "Di fatto anche a Ferragosto - dice Bernabei - ci saranno molti anziani nei pronto soccorso e non certo perché sono depositati o parcheggiati, ma perché è evidente che le temperature estreme incidono sulla loro salute. Normalmente si muore di più d'inverno, perché il freddo può uccidere, ma anche il caldo lo fa. L'ondata di calore a cui stiamo assistendo scompensa le fragilità dei vecchi, provocando dei danni oggettivi per i quali, siccome c'è ancora una mancata risposta del territorio, si continuerà ad andare nei pronto soccorso e per buoni motivi: la disidratazione, i cali pressori, le eventuali infezioni o le insufficienze di organo. Problemi che vengono gestiti solo al pronto soccorso". Questa considerazione, continua Bernabei, "spinge per l'ennesima volta a dire che bisogna potenziare in modo forte l'assistenza domiciliare, non in maniera surrettizia, ma garantendo un servizio in grado di dare le risposte che servono e utilizzando al meglio le opportunità messe in campo dal Pnrr per questo".