A meno di due settimane dal voto per le elezioni Presidenziali Usa, si infiamma il dibattito elettorale dopo le rivelazioni secondo le quali Donald Trump ha elogiato i generali di Adolf Hitler per la loro lealtà al dittatore tedesco durante la Seconda guerra mondiale. Ad affermarlo, in una serie di interviste pubblicate ieri, è stato il generale dei Marine in pensione John Kelly, che è stato capo dello staff della Casa Bianca di Trump dal 2017 al 2019. Secondo Kelly l'ex presidente rientra "nella definizione generale di fascista" e voleva il "tipo di generali che aveva Hitler", desiderando che il personale militare americano gli dimostrasse la stessa deferenza. Secondo un articolo pubblicato dalla rivista The Atlantic, le parole risalgono all’epoca del suo mandato da presidente e sarebbero state pronunciate nel corso di una conversazione privata alla Casa Bianca: “Ho bisogno del tipo di generali che aveva Hitler. Persone totalmente leali, che seguono gli ordini”, avrebbe sottolineato, dimenticando che gli ufficiali militari americani, compresi i generali, giurano fedeltà alla costituzione e non al comandante in capo.
La campagna di Trump ha negato lo scambio. "E' assolutamente falso. Il presidente Trump non ha mai detto questo", ha detto il consigliere della campagna Alex Pfeiffer. Ma la presunta fissazione di Trump con Hitler è supportata anche in diversi libri, tra cui uno di Jim Sciutto della Cnn. I democratici hanno subito colto al volo i commenti per attaccare Trump. Il candidato democratico alla vicepresidenza Tim Walz, durante un comizio nel Wisconsin, ha sfruttato le nuove insinuazioni sull'estremismo di Trump affermando che i commenti segnalati sui generali di Hitler "mi fanno star male". "Trump sta precipitando nella follia. Non essere la rana nell'acqua bollente e pensare che questo vada bene", ha detto il governatore del Minnesota, che ha prestato servizio nella Guardia nazionale dell'esercito.