Gentiloni: "Da social media rischio per le nostre democrazie"

“Nelle speranze di molti, l'ascesa dei social media avrebbe dovuto democratizzare l'accesso alle informazioni e fornire un nuovo mercato digitale delle idee. Oggi vediamo fin troppo chiaramente che questa visione era a dir poco ingenua. La diffusione della disinformazione online ha prodotto l'incapacità di mettersi d'accordo persino sui fatti di base, con algoritmi che premiano chi fa appello alle nostre emozioni peggiori, alla paura, all'odio”. Così il commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari Paolo Gentiloni durante il suo intervento a Venezia, alla quinta conferenza del Soft Power Club, organizzata da Francesco Rutelli.  “I progressi dell'intelligenza artificiale ci permettono di disporre di video deepfake indistinguibili dalla realtà. E questi progressi sono troppo spesso sfruttati da attori malintenzionati, intenzionati a seminare discordia nelle nostre società. Questa maggiore polarizzazione rischia di creare campi contrapposti che vivono nelle proprie torri d’avorio, incapaci di trovare un terreno comune”, ha detto ancora.  “La fiducia, come ha detto Robert Putnam, è una componente essenziale della coesione sociale -ha aggiunto Gentiloni - se non ci si può più fidare di ciò che si vede e si sente, anche questo può iniziare a incrinarsi. Questi sviluppi, se non controllati, rischiano in definitiva di minare le nostre democrazie. Le nostre istituzioni rimarranno credibili se saranno in grado di affrontare le grandi sfide economiche e sociali del nostro tempo: crescita sostenibile, clima, sicurezza, Ai”. E a proposito di Ai, il commissario Ue ha citato l'AI Act “ che ha reso l'Ue la prima giurisdizione al mondo a regolamentare l'intelligenza artificiale e a richiedere, tra l’altro, un'etichetta chiara per i contenuti audio e video artificiali o manipolati. Dare l'esempio è fondamentale per mantenere la capacità di persuasione e quindi esercitare il nostro soft power. Le altre giurisdizioni prestano molta attenzione a ciò che facciamo in Europa. Lo abbiamo visto chiaramente anche nella nostra legislazione sul clima: negli ambiziosi obiettivi per il 2030 e il 2050 che molti Paesi hanno emulato, e nell'introduzione storica di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che ora viene preso in considerazione anche da diversi Paesi importanti”. “Per questo – ha concluso Gentiloni - è importante che la prossima Commissione abbia un programma ambizioso, che rafforzi la posizione economica europea all'interno e quella geopolitica all'estero. Con il potere di persuasione, che deriva dai nostri valori e dalle nostre politiche, l'Ue può continuare a svolgere il suo ruolo di soft power preminente a livello mondiale”.