Regionali, centrodestra battuto due volte "ma la maggioranza resta solida"

Doppia sconfitta per il centrodestra in Emilia Romagna e Umbria. La prima Regione resta saldamente nelle mani del centrosinistra, grazie alla vittoria del sindaco di Ravenna Michele De Pascale su Elena Ugolini; la seconda ritorna 'rossa' dopo la parentesi degli ultimi cinque anni targati Donatella Tesei, la candidata della Lega e del centrodestra che non è riuscita a bissare il successo del 2019.  Alle 19.09, quando il quadro emerso dalle proiezioni era ormai chiaro, la premier e leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni non può che riconoscere la vittoria dei candidati dello schieramento rivale: "Desidero rivolgere i miei auguri di buon lavoro ai nuovi presidenti della Regione Umbria, Stefania Proietti, e della Regione Emilia Romagna, Michele De Pascale. Al di là delle differenze politiche, auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità", scrive su X la presidente del Consiglio, che rivolge un "ringraziamento sentito" a Donatella Tesei ed Elena Ugolini "per l'impegno, la dedizione e la passione dimostrati in questa competizione elettorale".  Alle parole di Meloni si aggiungono quelle del segretario di Forza Italia Antonio Tajani, che sottolineava come la sua forza politica abbia "raddoppiato i consensi in entrambe le Regioni" promettendo "un'opposizione costruttiva". Per il vicepremier e numero uno della Lega Matteo Salvini "gli elettori hanno sempre ragione. Già da domani - assicurava il ministro delle Infrastrutture - sono a disposizione dei nuovi amministratori per portare avanti tutte le opere pubbliche che servono a cittadini e territori". "Questo voto non avrà ripercussioni sul governo e sulla maggioranza, ma sarà uno stimolo a riprendere con vigore e compattezza la via delle riforme e della modernizzazione del Paese", l'opinione di Maurizio Lupi, soddisfatto del risultato di Noi Moderati, che in Umbria ha "più che quintuplicato i voti rispetto alle politiche, arrivando quasi al tre per cento".  In casa Fdi, a taccuini chiusi si analizza l'esito di un voto sul quale non si nutrivano grandi aspettative: "Quest'estate partivamo molto sotto nei sondaggi, in campagna elettorale c'è stata una grossa rimonta ma non è bastata. Quando si perde, si ascoltano sempre gli elettori" spiegano all'Adnkronos fonti di peso di Via della Scrofa, che in tema di regionali rivendicano il risultato di "11 a 3" da quando il centrodestra ha vinto le elezioni politiche del 2022. Se, da una parte, sull'Emilia Romagna nessuno riponeva speranze di successo, discorso diverso lo merita l'Umbria, dove la sconfitta brucia di più. Mentre Fi e Lega tengono botta rispetto alle europee, sono i voti di Fratelli d'Italia quelli che mancano all'appello: a giugno il partito di Meloni aveva ottenuto il 32,62% in Umbria al voto di giugno, questa volta non arriva al 20%. Ma anche se nessuno lo ammette apertamente, a penalizzare il centrodestra secondo diversi meloniani sarebbero stato lo scarso appeal comunicativo di Tesei. Molti, dalle parti di Fdi, dubitavano delle capacità carismatiche della leghista: "Nel caso specifico ovviamente uno fa le giuste riflessioni, ma è facile parlare il giorno dopo: Tesei si è impegnata per cinque anni, ha fatto la campagna elettorale. Per ora si ringrazia tutti, non buttiamo la croce su nessuno. Poi faremo le dovute riflessioni", spiegano le stesse fonti, secondo le quali "non cambia nulla per la maggioranza, che resta solida ed è serena. Non si può vincere sempre". A chi le chiede se sia mancato il traino di Fratelli d'Italia, che in Umbria si attesta sotto il 20%, la governatrice sconfitta Donatella Tesei risponde che "tutti i partiti hanno dato il massimo", anche "per far conoscere anche quello che forse non siamo in grado di comunicare bene durante questi cinque anni". Anche il segretario della Lega in Umbria Riccardo Marchetti non cerca "colpevoli": "Tutti nell'alleanza hanno condotto una campagna seria, anche gli alleati di Fratelli d'Italia. Bisogna invece capire cosa gli elettori, evidentemente, non hanno capito", dobbiamo "prepararci per difendere quelle che sono le tante azioni messe in campo dal governo regionale e nazionale".  Non fa professione di modestia il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, che con la sua Alternativa Popolare ha sostenuto la corsa di Tesei dopo aver accarezzato il sogno di una sua candidatura in prima persona: "Con me candidato presidente avremmo vinto contro Stefania Proietti, senza ombra di dubbio. Parliamo di un leader contro acqua fresca...", afferma con l'Adnkronos l'imprenditore, senza giri di parole. Sul risultato di Ap "posso dire con orgoglio che abbiamo portato anche più di quanto fosse prevedibile. Abbiamo fatto la nostra parte e non abbiamo nulla da recriminare, al contrario di quello che fa la sinistra quando perde. Come centrodestra dobbiamo fare un esame di coscienza e lavorare meglio. Per esempio, penso a Tesei: ha fatto tantissimo, ma forse non ha comunicato i suoi risultati nel modo giusto", osserva Bandecchi. In una nota Forza Italia rivendica il suo "trend positivo": l'ultima tornata elettorale conferma il movimento come "secondo partito della coalizione di centrodestra e la terza forza politica in assoluto", risultato che rende l'obiettivo del 20% alle prossime politiche "assolutamente alla nostra portata" a detta degli azzurri. Su X fa discutere però il tweet pubblicato dalla deputata di Fi Rita Dalla Chiesa: "Alla prossima alluvione se lo ricorderanno", scrive l'ex conduttrice a proposito dell'esito del voto in Emilia Romagna. Poi la precisazione: "E' una terra che ha vissuto momenti difficilissimi. Tante persone hanno perso tutto a causa dell'alluvione. Da esponente del centrodestra, speravo che questo dramma potesse essere anche un momento di riflessione, soprattutto per gli emiliani. Mi fa male pensare che non abbiano compreso che con il centrosinistra si rischia di arrivare a queste situazioni...", affermava la parlamentare, interpellata dopo le polemiche sollevate dal suo post.