Le dimissioni da presidente della Regione Liguria di Giovanni Toti, dopo ottanta giorni dalla misura cautelare dei domiciliari chiesta dalla procura di Genova per corruzione, hanno un risvolto non solo politico, con nuove elezioni entro tre mesi, ma anche giudiziario perché consentono al difensore dell'ex governatore, l'avvocato Stefano Savi di presentare una nuova istanza per la revoca della misura cautelare. Richiesta che il legale, come scrive lo stesso Toti nella lettera d'addio alla sua carica, "si appresta a ripresentare nelle prossime ore". Lunedì salvo sorprese.
Si tratta di un nuovo tentativo: la gip Paola Faggioni e il Riesame hanno già respinto l'istanza con cui la difesa chiedeva la scarcerazione o l'alleggerimento deli domiciliari che Toti sta scontando nella sua casa di Ameglia. Il passo indietro di Toti, nelle esigenze cautelari si è più volte sottolineato il pericolo nel continuare a rivestire la carica politica, arriva a pochi giorni dalla presunta chiusura delle indagini. Secondo indiscrezioni la procura guidata da Nicola Piacente sarebbe intenzionata a chiedere il processo immediato (si salta l'udienza preliminare) per i tre principali indagati che si trovano tuttora ai domiciliari, oltre all'ex governatore anche per l'ex presidente dell'autorità portuale Paolo Signorini e per l'imprenditore Aldo Spinelli. In aula Toti dovrebbe difendersi dall'accusa di corruzione, ma anche di finanziamento illecito ai partiti - nuova contestazione scattata lo scorso 18 luglio - per episodi relativi a fatti già presenti nella prima ordinanza.