Meloni vede Weber e blinda Fitto, asse per Commissione Ue "che cambi passo"

Il faccia a faccia dura ben un'ora e quaranta minuti. Manfred Weber arriva a piedi a Palazzo Chigi, dopo aver visto il ministro, nonché candidato commissario in pectore per l'Italia, Raffaele Fitto. "E' stato un buon incontro, come sempre...", taglia corto con i cronisti prima di entrare, sorridente, nel palazzo seicentesco che ospita la presidenza del Consiglio. Con Giorgia Meloni il rapporto è consolidato e la sintonia palpabile, sul tavolo - spiegano fonti della presidenza - le priorità della nuova legislatura europea per una Commissione - ha ribadito la premier al numero uno del Ppe - che inauguri e porti avanti una nuova fase più pragmatica e meno ideologica, che faccia anche meno, se necessario, ma decisamente meglio. Si parla dunque di competitività, di agenda strategica, di Green deal e dei tanti temi che segneranno il passo della nuova legislatura.  Non da ultimo di migranti, mentre Germania e Gran Bretagna annunciano un'azione congiunta per bloccare il flusso di irregolari attraverso la Manica con il fermo di imbarcazioni nelle acque territoriali Gb o di Paesi europei, annuncio che tuttavia arriva quando l'incontro tra il politico tedesco e la premier è già finito da un po'. Ma al netto del nodo, non secondario, dei flussi migratori, la presenza di Weber a Palazzo Chigi, rimarcano fonti vicine alla presidente, è la prova dell'attenzione del numero uno del Ppe - stasera a cena con Antonio Tajani - alle politiche del governo italiano.  Weber, che vedrebbe di buon occhio uno slittamento a destra del baricentro dell'Ue, gioca di sponda con Meloni, leader dei Conservatori europei, anche per mettere un 'fermino' a socialisti e liberali. Mentre per Meloni si tratta di un interlocutore prezioso - è a capo del gruppo più nutrito a Strasburgo, ben 188 eletti all'attivo - anche per chiudere la partita che la premier sta giocando per affidare a Fitto un ruolo di peso in Europa, ruolo che contempli non solo un portafoglio di peso ma anche la vicepresidenza esecutiva. L'Italia non ha ancora ufficializzato la candidatura del 'super' ministro, ma l'interlocuzione con Ursula von der Leyen è costante: bocche cucite sul finale di partita ma a Palazzo Chigi si registra un certo ottimismo sull'esito. Venerdì, nel vertice di maggioranza in programma alle 10 con i due vicepremier e nel Cdm che si terrà alle 17 - dove non sono attesi provvedimenti di peso, men che meno misure sui balneari perché l'interlocuzione con l'Europa "va avanti e bisogna attendere", spiegano fonti di governo -, Meloni condividerà con gli altri ministri la candidatura di Fitto, ormai considerato a un passo da Bruxelles. Mentre, nelle prossime ore, si attende l'ufficializzazione della sua indicazione all'Europa, poiché l'Italia è uno dei pochi Paesi a mancare all'appello, insieme a Belgio e Bulgaria.  Fitto e non solo. C'è un altro motivo per cui la visita di Weber a Palazzo Chigi - in realtà una costante nelle trasferte del leader tedesco a Roma - assumerebbe una valenza di peso. Si tratta della difficile partita che attende il governo in Europa sui conti pubblici, con il piano strutturale da inviare a Bruxelles entro il 20 settembre e in cui Roma dovrà mettere nero su bianco la strategia per 'sforbiciare' il disavanzo strutturale almeno dello 0,5% annuo per i prossimi sette anni, circa 10-12 miliardi l'anno. Un'impresa titanica che attende il governo e in cui ogni mano tesa nell'emiciclo di Strasburgo e nei conciliabili di Bruxelles può far la differenza.