Dal palco della convention di Milwaukee, dove ha accettato formalmente la nomination repubblicana per le elezioni presidenziali del 5 novembre, Donald Trump lancia "la più grande operazione di deportazione nella storia del nostro paese". E lo fa per contrastare "la crisi legata all'immigrazione illegale", che "è in corso mentre noi siamo seduti qui in questa splendida arena", dice l'ex presidente che usa ripetutamente la parola "invasione" per definire l'ingresso di migranti "dal nostro confine orientale. L'invasione ha portato miseria, crimine, malattie, povertà e distruzione in tutte le nostre comunità. Al centro della nostra piattaforma repubblicana c'è l'impegno a porre fine a quest'invasione, lo faremo dal primo giorno. Ci sono due temi nel primo giorno: trivellazioni e chiudere i nostri confini", dice il tycoon tra gli applausi della folla. "Vogliamo che la gente venga nel nostro paese, ma deve farlo in maniera legale. Meno di 4 anni fa ho consegnato all'attuale amministrazione il confine più sicuro nella storia degli Stati Uniti", dice rivendicando i risultati ottenuti nel precedente mandato. Trump parla facendo riferimento ai dati che, nel comizio di Butler, venivano esibiti mentre il cecchino apriva il fuoco: "Non ho avuto la possibilità di guardarli l'altra volta...", dice. "Quando ero presidente, chi entrava in maniera illegale veniva bloccato. Questa amministrazione ha smantellato quelle politiche e i migranti illegali entrano come mai è successo prima. Siamo diventati la discarica del mondo".