Eurovision 2026, Noa: "Boicottaggio? Sbagliato scappare, sosteniamo la pace"

"Noi artisti dovremmo essere i costruttori di ponti. Se c'è un problema, dovremmo affrontarlo, non scappare. È quello che ho fatto all'Eurovision 2019 con Mira Awad. Eravamo sul palco insieme, un'israeliana e una palestinese, senza paura di parlare del dolore, delle storie, dei sogni e della grande speranza". A parlare all'Adnkronos è la cantante israeliana Noa, commentando quanto sta accadendo in vista dell'Eurovision Song Contest 2026, con una serie di Paesi che hanno annunciato il loro ritiro a causa della partecipazione di Israele. Nel 2019, su quel palco - prosegue - "stavamo dando alle persone un esempio di cosa potrebbe succedere se scegliessimo di vivere insieme, se scegliessimo di vederci veramente. Quando viviamo in una cultura di evasione, di falsità, di polarizzazione, una cultura guidata dall'odio, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, in ogni aspetto della nostra vita, e l'Eurovision non fa eccezione".  E ancora, la cantante rilancia, con l'Adnkronos il suo accorato appello: "C'è solo una parola da dire: pace. Sosteniamo la pace. Tutti. Quando lavoriamo per la pace, siamo umani, ci vediamo, comprendiamo la nostra vulnerabilità, la nostra ignoranza, la nostra umanità nella sua oscurità e nella sua grande luce. Quando smettiamo di credere nella pace - ribadisce - quando ci fermiamo ognuno nel suo angolo, arrabbiati, frustrati, spaventati, violenti, ciechi e incapaci di ascoltare le storie degli altri, puntando il dito, i risultati sono sempre dolorosi, negativi, distruttivi". (di Federica Iannetti)