"Al momento non ci sono precondizioni per colloqui di pace" in Ucraina. La Russia dice 'niet' al dialogo per porre fine alla guerra iniziata oltre 900 giorni fa con l'invasione ordinata da Vladimir Putin. Il no viene pronunciato dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo le dichiarazioni rilasciate ieri a Kiev dal presidente ucraino, Volodymir Zelensky su una presunta posizione di Mosca. Putin sarebbe anche disposto ad avviare negoziati, ma a condizione che Kiev riconosca la cattura del 30 per cento del territorio ucraino, ha detto Zelensky. Per il leader di Kiev, in ogni caso, si tratta di una strada senza uscita: "Non staremo al suo gioco". Il Cremlino ha anche respinto l'ipotesi, emersa dopo la missione della scorsa settimana del premier indiano Narendra Modi a Kiev, di un possibile sforzo di mediazione di Nuova Delhi. Colloqui di pace con Putin sarebbero in questo momento "privi di significato". "Il mondo intero sta aspettando che l'Ucraina presenti una proposta di compromesso su come porre fine alla guerra domani. Non è che non ci siano compromessi con Putin, ma con lui oggi il dialogo sarebbe vuoto, privo di significato, perché non vuole porre fine alla guerra con mezzi diplomatici", ha aggiunto ieri Zelensky. Modi ha parlato ieri al telefono con Putin, dopo che la scorsa settimana aveva incontrato Zelensky a Kiev. Ma nella telefonata con il leader del Cremlino il premier indiano non ha parlato di un suo sforzo specifico per porre fine al conflitto, ha assicurato Peskov. "L'India quindi ha la posizione di un Paese sostenitore della pace, di un accordo politico e diplomatico", quindi una posizione coincidente con quella russa, sostiene quindi il portavoce del Presidente russo.