Quali sono le principali ragioni per cui i contratti derivati swap (contratto con il quale le due controparti decidono di scambiarsi somme di denaro in base alle specifiche del contratto stesso che determinano la classificazione per tipologie dei contratti swap) vengono dichiarati nulli dai tribunali italiani? A fare il punto con Adnkronos/Labitalia l’avvocato Marco dalla Zanna, esperto del settore, in collaborazione con Antares Como, società di servizi per le aziende associata ad Assoconsult, che offre consulenza ad ampio raggio nella gestione dei rapporti bancari e nella gestione dei crediti con professionisti qualificati, per l’accertamento di frequenti anomalie o violazioni contrattuali o normative in tema di gestione dei rapporti di conto corrente affidati. “Le normative - spiega - che regolamentano la negoziazione dei contratti derivati swap e delle quali l’intermediario è tenuto alla osservanza, sia nella fase precontrattuale di illustrazione e offerta del contratto come in quella di stipula e successiva esecuzione dello stesso, sono particolarmente rigorose, specie dopo il recepimento della direttiva Mifid nell’ordinamento interno. La violazione o inosservanza di esse comportano la nullità del contratto o la sua risoluzione per inadempimento”. “Nella valutazione circa la opportunità di affrontare un contenzioso - osserva - occorre superare le difficoltà del cliente nella comprensione del contratto che ha stipulato, spesso presentato come una sorta di assicurazione contro il rischio di innalzamento dei tassi più che come uno strumento finanziario negoziato over the counter. Accertata poi l’esistenza delle violazioni normative e comportamentali dell’intermediario, occorre valutarne l’entità per la scelta tra la domanda di nullità, che comporta il diritto al rimborso di tutti i differenziali negativi pagati, o quella di risoluzione del contratto per inadempimento che limita il diritto al solo risarcimento del danno”. “In questo - sottolinea - l’attività di Antares, società di servizi per le aziende associata ad Assoconsult riguarda, preliminarmente, la verifica del contratto di apertura del conto, il più delle volte non in possesso del cliente, per analizzare il rispetto delle clausole pattizie. Viene poi acquisita la documentazione contabile, ossia gli estratti conto mensili o trimestrali e sviluppata la rielaborazione del conto diretta a quantificare gli indebiti. Il più delle volte il cliente è in possesso solo degli ultimi dieci anni di estratti conto e la banca rifiuta di fornire quelli precedenti. Le anomalie più spesso e quasi sempre riscontrate riguardano l’addebito di interessi composti, ossia anatocistici, del tasso di interesse debitore, di commissioni di massimo scoperto e spese di chiusura periodica del conto, non correttamente pattuiti. E’ possibile ottenere il rimborso di tutti gli addebiti illegittimi a decorrere dalla apertura del conto, a condizione di poterne fornire prova con gli estratti conto”. “L’evoluzione delle normative, come la Mifid - ricorda - ha influenzato la gestione dei contratti derivati swap da parte delle banche italiane. Mifid è stata recepita in Italia nel mese di novembre del 2007 e ha precisato molti degli obblighi della banca innalzando le tutele nei confronti degli investitori. Nonostante ciò, nella prassi, le banche hanno impiegato molto tempo a recepirne i precetti e quindi il contenzioso è rimasto sostanzialmente immutato anche per i contratti stipulati negli anni successivi. Solo nella negoziazione dei contratti derivati più recenti le tutele per gli investitori sono divenute effettive e il contenzioso legale in questa materia è diminuito rispetto al passato, essendo le banche diventate più attente nel rispetto della normativa di specie”.