Israele "ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud di Gaza"

Nella notte Israele ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza, dopo quattro mesi consecutivi di combattimenti nell'area di Khan Younis. Lo riferisce il Times of Israel, sottolineando che solo la brigata Nahal rimane nell'enclave palestinese. Questa brigata ha il compito di proteggere il cosiddetto Corridoio Netzarim, che attraversa Gaza dall'area di Beeri, nel sud di Israele, fino alla costa. Il corridoio consente alle Idf di effettuare raid nel nord e nel centro di Gaza, impedisce ai palestinesi di tornare nella parte settentrionale della Striscia e consente alle organizzazioni umanitarie di fornire aiuti direttamente nel nord di Gaza. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha intanto affermato che Israele ha "completato i preparativi per una risposta contro qualsiasi scenario che si potrebbe sviluppare contro l'Iran". La dichiarazione, riportano i media locali, è stata fatta a seguito di una valutazione fatta da Gallant con il capo della direzione delle operazioni delle Idf, il maggiore generale Oded Basiuk, ed il capo della direzione dell'intelligence militare, il maggiore generale Aharon Haliva, mentre continua a tenere banco la questione della probabile rappresaglia iraniana per il raid su Damasco in cui è stato ucciso un importante comandante dei pasdaran. "Nessuna delle ambasciate del regime sionista è più al sicuro", ha dichiarato intanto Seyyed Yahya Safavi, consigliere della Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, minacciando nuovamente Israele di ritorsioni per il raid contro il consolato iraniano a Damasco. Venerdì lo Stato ebraico ha chiuso una trentina delle sue ambasciate nel mondo, tra cui quella di Roma, per il timore di rappresaglie. "Il fronte della resistenza determinerà il destino di questa regione sotto la guida dell'Iran", ha aggiunto il consigliere di Khamenei, secondo quanto riporta l'agenzia Tasnim. "Ovviamente - ha sottolineato - tutti i crimini che accadono nella regione si stanno verificando con il sostegno dell'America e nel silenzio di alcuni Paesi arabi". "Il 7 ottobre è un giorno di dolore per Israele e per il mondo. Niente può giustificare l'orrore scatenato da Hamas. Condanno ancora una volta l'uso della violenza sessuale, della tortura e del rapimento di civili e chiedo il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi". Così sul social X il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a sei mesi esatti di distanza dalla strage di Hamas.  Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, è partito per Roma insieme a una delegazione di familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Secondo quanto riporta il sito del Jerusalem Post, che cita il ministero degli Esteri dello Stato ebraico, Katz vedrà diversi rappresentanti del governo italiano inclusi il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ed il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Katz incontrerà anche i leader della comunità ebraica a Roma. Secondo il sito di Maariv, invece, il ministro israeliano incontrerà anche il titolare della Difesa, Guido Crosetto ed il ministro dell'Interno, Matteo Piantadosi. Sospetto attacco contro un bus con a bordo israeliani in Cisgiordania, tra le località palestinesi di Azzun e Nabi Ilyas. Secondo quanto riporta il Times of Israel, due israeliani sono rimasti feriti. Uno si trovava a bordo del bus colpito dagli spari, il secondo in un'auto. La dinamica del presunto attacco non è ancora chiara e sul posto si trova un'equipe di medici. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno intanto annunciato la morte di altri quattro soldati, uccisi ieri pomeriggio durante scontri con Hamas nel sud della Striscia di Gaza. Si tratta del capitano Ido Baruch, 21 anni, del sergente Amitai Even Shoshan, 20 anni, del sergente Ilai Zair, 20 anni e del sergente Reef Harush, 20 anni. Secondo una nota, i quattro sono stati colpiti a Khan Younis da uomini armati che sono usciti da un tunnel situato in un edificio distrutto e hanno aperto il fuoco contro una pattuglia. Sale così a 260 il numero dei militari israeliani che hanno perso la vita dall'inizio dell'offensiva di terra nell'enclave palestinese.