“In Italia siamo ancora molto indietro per l’accoglienza delle vittime di omobitransfobia, che molto spesso sono vittime di violenza familiare e non hanno un posto sicuro dove stare, per questo come Municipio 1 di Roma, abbiamo deciso di dedicare questa casa sequestrata alla mafia per supportare la comunità LGBT+”. Lo ha detto Lorenza Bonaccorsi Presidente Municipio I durante la sua visita alla casa confiscata alla criminalità e donata al Refuge Co-Housing LGBT+. “Questo servizio si aggiunge anche allo sportello di ascolto di Via Angelo Emo che abbiamo dedicato alle persone LGBT+, in questo modo il nostro Municipio mostra concretamente di essere in prima linea per i diritti LGBT+”, aggiunge Claudia Santoloce Ass. Pari Opportunità Municipio I. Refuge Co-Housing LGBT+ è la struttura di Co-Housing, gestita da Gay Center, destinata a giovani LGBT+ vittime di violenza e discriminazione e/o migranti, per un progetto di piena inclusione per la prima volta nel centro storico di Roma, il progetto ha il sostegno dei fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai che ne garantiscono la gestione, Flying Tiger Copenaghen che ha co-finanziato le spese di ristrutturazione, mentre la struttura è un bene confiscato alla mafia che è stata assegnata grazie all’impegno del Municipio I del Comune di Roma. La struttura, avviata questa estate ospita sino a tre persone LGBT+, in regime di semiautonomia, che provengono da situazioni di violenza e discriminazioni. "Ogni anno - dichiara Marina Marini, Responsabile del Network Refuge LGBT+ - attraverso il servizio della Gay Help Line 800 713 713, riceviamo centinaia di richieste di aiuto da parte di persone Lgbt+, prevalentemente giovani, che subiscono violenze all'interno delle proprie famiglie e necessitano di un luogo sicuro in cui rifugiarsi. L'apertura, questa estate, del Refuge Co-Housing Lgbt+ ha rappresentato un'aggiunta significativa al nostro Network Refuge LGBT+, permettendoci di accogliere oltre 140 persone dal 2016 a oggi. Questa struttura è specificamente dedicata a coloro che hanno superato la fase più traumatica e sono pronti a intraprendere un percorso verso l'autonomia. Refuge Co-Housing LGBT+ offre loro l'opportunità di proseguire studi specialistici o post-diploma, percorsi che gli utenti non potrebbero affrontare da soli, con l'obiettivo di garantire migliori opportunità lavorative e superare le discriminazioni che le persone Lgbt+ affrontano nel mondo del lavoro. Questo grande traguardo è stato possibile grazie al prezioso contributo dei partner che ci sostengono". “Come membri della Soka Gakkai” -afferma Anna Conti, Vicepresidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai- siamo profondamente convinti che la vera dignità di ogni persona si realizzi solo con l’eliminazione di ogni forma di discriminazione e pregiudizio. Sostenere il progetto Refuge Co-Housing LGBT+ rappresenta per noi un impegno concreto nel garantire spazi sicuri e tutele concrete, dove giovani persone LGBT+ possano ritrovare speranza e costruire un futuro libero dalla paura, esprimendo al massimo il proprio potenziale”.