L'Ucraina chiede l'ok per usare missili occidentali nel territorio della Russia, Vladimir Putin minaccia una risposta adeguata di Mosca in caso di "coinvolgimento della Nato". A Washington, nella giornata di venerdì, si incontrano il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier britannico Keir Starmer. Secondo le news diffuse dal Times e dal Guardian, si profila un via libera 'a metà' per Kiev: le forze armate ucraine potranno utilizzare i missili britannici Storm Shadow in territorio russo, mentre non dovrebbe arrivare l'ok di Biden all'utilizzo senza limiti dei missili Atacms, che hanno una gittata di 300 km come gli Storm Shadow, che impiegano anche tecnologia americana. Come ha fatto intendere il segretario di Stato americano Antony Blinken nella sua visita a Kiev, il piano per revocare alcuni limiti all'uso delle armi donate all'Ucraina è in dirittura d'arrivo. L'accelerazione è arrivata con la conferma del ruolo assunto dell'Iran, che fornisce missili balistici alla Russia: l'escalation c'è già stata, dice Blinken, e la responsabilità è di Vladimir Putin. Kiev potrebbe lanciare i missili da posizioni avanzate, considerando che continua ad occupare una considerevole fetta della regione russa di Kursk. Mosca, attraverso le parole del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, annuncia l'avvio delle operazioni per respingere i soldati ucraini al di là del confine.
"E' iniziata l'offensiva russa", conferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che non appare particolarmente sorpreso dagli sviluppi sul campo: la situazione "è coerente con il piano ucraino", dice senza fornire altri elementi.
Dalla Russia, intanto, quasi quotidianamente arrivano le minacce di Putin. Se l'Ucraina potrà usare le armi fornite da Usa e Regno Unito contro obiettivi in Russia, i paesi della Nato saranno in guerra con Mosca, tuona il presidente russo promettendo una risposta adeguata. "La diretta partecipazione dell'Occidente cambia l'essenza del conflitto in Ucraina. La Russia sarà costretta a prendere decisioni basate sulle minacce che vengono poste in questo modo", dice Putin, proponendo uno scenario che delinea una responsabilità diretta dei paesi del Patto Atlantico. "Solo le forze armate della Nato" sono in grado di utilizzare i missili al centro della situazione, mentre "le forze armate ucraine" non ne hanno la capacità. "Quindi il punto non è se permettere al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi - dice il leader russo - Si tratta di decidere se i Paesi della Nato sono coinvolti direttamente in un conflitto militare oppure no. Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che la partecipazione diretta dei paesi della Nato - Stati Uniti, Paesi europei - nella guerra in Ucraina" e quindi nella "guerra contro la Russia".
I messaggi del leader del Cremlino, in realtà, non sembrano in grado di fermare un treno già in corsa. L'ok angloamericano all'uso di missili occidentali contro obiettivi russi è questione di giorni, se non di ore. Devono ancora essere definiti i dettagli del piano ma negli ultimi giorni ne stanno parlando insieme non solo funzionari americani ma anche britannici e ucraini. C'è stato un significativo cambio di toni nei colloqui sul dossier dall'inizio dell'estate. Lo scorso giugno il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva indicato che gli Stati Uniti avrebbero potuto decidere di estendere l'area in cui gli ucraini avrebbero potuto colpire in Russia, usando armi americane. "Non è una questione di geografia, ma di buon senso. Se la Russia attacca, o sta per attaccare, l'Ucraina dal suo territorio, è solo buon senso lasciare che l'Ucraina risponda", aveva dichiarato. Nel giorni scorsi, Biden ha risposto a chi gli chiedeva se gli americani erano pronti a sollevare le restrizioni: "Ci stiamo lavorando proprio ora". Lo scorso maggio, dopo l'incursione delle forze di Mosca oltre il confine, nella regione ucraina di Kharkiv, gli Stati Uniti avevano autorizzato l'uso di alcune armi per colpire il territorio russo, ma non con missili a lungo raggio e con una serie di caveat. I limiti all'uso dei missili in territorio russo sono stati introdotti per evitare una escalation delle tensioni con Mosca e perché la Russia ha comunque spostato troppi possibili obiettivi importanti oltre la gittata di tali armi.
La prudenza degli Usa fino a ora è giustificata dal fatto che gli Atacms, prodotti dalla Lockheed Martin, non sono più acquistati dall'esercito americano: l'inventario è limitato e prossimo al punto in cui gli Stati Uniti potrebbero avere problemi con le loro riserve. Ne vengono ancora prodotti alcune centinaia di unità l'anno, ma sono vendute all'estero. Il nuovo sistema, Precision Strike Missile, ha cominciato solo ora a essere dispiegato ma in numeri limitati.