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ultimora | cronaca

Andreoni: "Per diabetici fondamentale screening epatite C"

(Adnkronos) - "Diabete ed epatite C sono due patologie a elevata prevalenza e l’infezione da virus dell’epatite C (Hcv) è una delle principali cause di epatopatia in tutto il mondo. Per questo motivo lo screening per l’epatite C è fondamentale nel paziente diabetico perché spesso ...

Lavoro | lavoro

Manageritalia: "Roma sa reinventare futuro, turismo e terziario tra driver sviluppo"

(Adnkronos) - 'Roma la città che reinventa il futuro' non è solo uno slogan ma il tema della tavola rotonda che ha caratterizzato la 97ma assemblea dell’associazione Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria che si è svolta ieri presso la Casa del ...

Sostenibilità | sostenibilita/csr

Ambiente: Payback con 3Bee per 'adottare' 3 mln di api

(Adnkronos) - Payback, la piattaforma di marketing multi partner e programma di bonus in Italia, rinnova il suo impegno per la salvaguardia dell’ambiente e in occasione della giornata mondiale delle Api (20 maggio), lancia la campagna 'Bee Payback, Bee Good', realizzata in collaborazione con ...

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Andreoni: "Per diabetici fondamentale screening epatite C"

(Adnkronos) - "Diabete ed epatite C sono due patologie a elevata prevalenza e l’infezione da virus dell’epatite C (Hcv) è una delle principali cause di epatopatia in tutto il mondo. Per questo motivo lo screening per l’epatite C è fondamentale nel paziente diabetico perché spesso l’epatopatia cronica si complica con il diabete. Inoltre, il virus dell’epatite C è una patologia subdola i cui sintomi possono comparire anche dopo dieci anni dall’avvenuta infezione e purtroppo in questi dieci anni i danni causati al fegato sono tanti. Prima si scopre il virus e meglio è". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). Un ampio numero di studi - come riferisce l’Associazione medici diabetologi riunita a Roma per l’XI Congresso nazionale - riporta un incremento del rischio di diabete, sia di tipo 2 sia di tipo 1, in pazienti con infezione cronica da Hcv ed evidenze epidemiologiche mostrano che circa un terzo dei pazienti con epatite C è affetto anche da diabete di tipo 2. Non solo, le persone con diabete presentano un rischio più elevato di andare incontro, in caso di infezione da Hcv, a esiti peggiori, quali la progressione verso la fibrosi e la cirrosi, lo sviluppo di ascite e patologia renale, nonché lo sviluppo di epatocarcinoma. “Abitualmente il diabete si presenta dopo la comparsa dell’epatopatia cronica - afferma Andreoni - però è anche vero che ci sono pazienti diabetici che vengono colpiti dall’epatite C dopo. Questo perché il diabete storicamente ha reso il paziente più suscettibile all’infezione. Ad esempio, la somministrazione dell’insulina con aghi non sterilizzati - pratica adottata fino a qualche anno fa - ha portato il paziente a sviluppare l’infezione". Ad oggi si calcola che le persone con epatite C "siano circa 300mila – rimarca Andreoni -. La maggior parte di queste persone però non sa di avere il virus Hcv e quindi si capisce bene come sia indispensabile che tutte le persone a rischio infezione facciano il test, si sottopongano allo screening per poter essere curate. Questa purtroppo è una malattia subdola che può decorrere in maniera del tutto asintomatica, si calcola che i primi sintomi possano comparire anche dopo dieci anni dall’avvenuta infezione ma nel frattempo il nostro fegato si ammala. Da qui l’importanza di fare lo screening anche in assenza di sintomi". Quando il danno epatico inizia a manifestarsi normalmente i primi campanelli d'allarme sono "la cattiva digestione, la difficoltà a digerire dopo i pasti – spiega ancora Andreoni -. Progressivamente la sintomatologia diventa più importante: quando il fegato è particolarmente malato compaiono i primi segni della cirrosi, quindi dello scompenso anche legato alla fibrosi del fegato che può portare ad una comparsa di un versamento nell’addome. L’addome si gonfia perché inizia ad esserci la presenza di acqua, si formano delle varici nell’esofago che possono sanguinare. Non solo: l’epatopatia cronica spesso si aggrava con la comparsa dell’epatocarcinoma, in altre parole il virus dell’epatite C favorisce lo sviluppo del tumore del fegato. Questo è un motivo ulteriore per fare una diagnosi precoce perché una volta eliminato il virus non si svilupperà più il tumore del fegato”. Ma come e quando è opportuno sottoporsi al test? “Lo screening per l’epatite C in questo momento è gratuito per tutte le persone nate tra il 1969 e il 1989 – sottolinea l’infettivologo - e per le categorie a rischio come i tossicodipendenti e i detenuti. Invece, dovrebbe essere obbligatorio per il paziente diabetico, la cui patologia cronica dà diritto all’esenzione per tutta una serie di accertamenti. Quindi l’auspicio è che anche questo screening per le persone con diabete venga inserito tra i test gratuiti per la prevenzione. Su questo fronte la Simit e altre associazioni di pazienti stanno fortemente chiedendo alle istituzioni di rendere gratuito il test per tutte le persone con diabete, a prescindere dall’età”. E in merito al decreto ministeriale per lo screening nazionale gratuito per l’Epatite C, provvedimento che mira, tra le altre cose, ad interrompere la circolazione del virus impedendo nuove infezioni, Andreoni è sicuro: “Siamo in ritardo”. Con il “decreto milleproroghe il Governo ha stanziato 71,5 milioni di euro per lo screening dell’epatite C per il biennio 2020-2021 – ricorda Andreoni -. Questa cifra è stata valutata sufficiente per sottoporre al test le persone nate tra il 1969 e il 1989 , tossicodipendenti e detenuti. Evidentemente non è sufficiente per tutto il resto della popolazione. Oggi sappiamo che c’è una prevalenza alta anche tra le persone nate prima del 1969, quindi stiamo chiedendo fortemente al ministero della Salute e al Governo un ulteriore stanziamento per poter sottoporre a screening tutte le persone, in particolare coloro che hanno patologie croniche più a rischio di contrarre il virus dell’epatite C, come sono i diabetici. Spero che ciò venga fatto". Ad oggi questo "screening sta partendo con troppa lentezza. Molte regioni non hanno ancora avviato le campagne di screening, e questo indebolisce ulteriormente la richiesta di poter avere ulteriori fondi. Siamo alla fine del 2022, dobbiamo dare a tutte le regioni una grande spinta affinché si avvii la campagna di prevenzione e che la stessa possa essere allargata a tutte le categorie a rischio”. In caso di diagnosi positiva al virus dell’epatite C “il percorso al quale viene sottoposto il paziente è abbastanza semplice, soprattutto grazie alle terapie efficacissime di cui disponiamo – tiene a precisare Andreoni -Abbiamo dei farmaci somministrati per via orale che in 8-12 settimane permettono di eliminare il virus, e quindi di guarire dalla malattia. Sono farmaci molto ben tollerati, dispensati dai centri di malattie infettive o di epatologia che il ministero della Salute ha riconosciuto come “centri erogatori” di tali farmaci. Quindi il diabetologo, il medico che segue il paziente si deve rivolgere a questi centri. In questo modo abbiamo trattato centinaia di migliaia di pazienti in Italia, abbiamo molta esperienza. Più del 95% dei pazienti che assumono i farmaci giusti ha quasi la certezza assoluta di guarire”. Per Andreoni però la prevenzione è tutto anche perché “purtroppo ad oggi non abbiamo un vaccino per l’epatite C. Occorre fare molta attenzione, il virus Hcv si trasmette attraverso il sangue, ecco perché i tossicodipendenti sono tra i soggetti i più a rischio. Anche l’utilizzo, in passato, di siringhe di vetro è tra le cause dell’enorme epidemia da virus di epatite C in Italia. Il nostro è un Paese in cui l’epatite C è endemica proprio per tale motivo". Si arriverà mai all’eradicazione del virus da epatite C? “Eradicare il virus vuol dire eliminarlo in tutto il mondo – conclude Andreoni -. Oggi colpisce centinaia di milioni di persone, ma senza i vaccini l'eradicazione è impensabile. Possiamo, però, eliminare il virus in Italia. L’Oms ha dato a tutte le nazioni il compito di eliminare il virus dal proprio Paese e l’Italia è uno dei setti Paesi al mondo che si trova nella migliore situazione per raggiungere questo obiettivo. Abbiamo trattato centinaia di migliaia di persone ma ora serve l’aiuto da parte di tutti, le persone devono sottoporsi ai test di screening".

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Manageritalia: "Roma sa reinventare futuro, turismo e terziario tra driver sviluppo"

(Adnkronos) - 'Roma la città che reinventa il futuro' non è solo uno slogan ma il tema della tavola rotonda che ha caratterizzato la 97ma assemblea dell’associazione Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria che si è svolta ieri presso la Casa del Cinema a Roma. L’incontro è stato un’ideale prosecuzione del processo avviato lo scorso anno da Manageritalia, associazione dei manager del terziario che a Roma conta quasi 5.500 iscritti. Un salto in avanti nella visione della città, da un passato di “immobilità” a un futuro possibile e sostenibile, nel breve e nel lungo periodo. Così il presidente Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria, Roberto Saliola, aprendo i lavori: “Bisogna immaginare un 'futuro a breve' della Capitale, fatto di temi come lavoro, turismo, cultura e terziario che saranno i driver della ripresa immediata e un 'futuro sognato', ma possibile, dove temi quali lo sviluppo urbanistico e la mobilità integrata potrebbero fare di Roma un modello unico al mondo”. “La città registra dei forti segnali di crescita, i dirigenti e gli iscritti dell’associazione sono aumentati nonostante la crisi e la pandemia. Il terziario è, come e più che nel resto d’Italia, il traino dell’economia e oggi rappresenta più del 66% del Pil regionale. Nel 2025 crescerà fino all’85%, come ha rilevato l’Osservatorio del Terziario Manageritalia, diventando la forza trainante di una capitale nuova, affidata sempre più alle donne manager, che a Roma vantano la percentuale più alta d’Italia: il 25% del totale dei dirigenti, una ogni quattro, è donna, mentre tra i dirigenti under 35 addirittura il 41% sono donne. Dati che ci fanno essere più che ottimisti sul futuro”, ha concluso Saliola. Il saluto dell’amministrazione è arrivato dalla presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli, che ha inaugurato la tavola rotonda. “Abbiamo il dovere di sognare una Roma diversa, in un percorso che va da qui ai prossimi dieci anni -ha detto la presidente- che può realizzarsi solo grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. La città che deve tornare ad essere attrattiva anche grazie ai grandi eventi che l’attendono, tra cui la candidatura ad Expo 2030, per cui è stato appena formato il comitato promotore. Manageritalia -ha concluso la Celli- condivide questa visione e può aiutarci a realizzarla, mettendo a disposizione le competenze dei propri associati”. Il presidente della federazione nazionale Manageritalia, Mario Mantovani, si è soffermato sulla parola futuro al centro dell’incontro: "Il futuro, oltre che sognato, deve essere pianificato -ha detto- creando delle professionalità e utilizzando le competenze necessarie perché si realizzi. Competenze e professionalità che oggi mancano, un’emergenza nell’emergenza. Non possiamo vendere a prezzi bassi le bellezze e il patrimonio che abbiamo, ci serve il lavoro di persone competenti, che non può essere low cost. Questo comporta un’evoluzione delle aziende e delle pubbliche amministrazioni per generare valore aggiunto, puntando sulla qualità e non sui numeri. Il nostro paese invece si è avviato in un percorso di downgrading, che deve essere invertito”, ha concluso il presidente Mantovani. Per Massimo Cicatiello, vicepresidente dell’associazione territoriale di Manageritalia, “dopo la Roma assopita, senza visione, che abbiamo raccontato nel nostro evento precedente, oggi si può finalmente guardare con ottimismo al futuro della capitale, consapevoli che importanti passi avanti sono stati fatti”. L’architetto Stefano Boeri ha raccontato la possibilità di una capitale che diventi realmente smart, anche grazie all’apporto dei partecipanti all’assemblea. Roberto Grossi, manager culturale delle più importanti istituzioni della capitale (Federculture Accademia Belle Arti Santa Cecilia, Auditorium e Maxxi), ha ricordato che “il progetto di fare di Roma un centro di produzione artistica, iniziato anni fa con la realizzazione di importanti strutture, si è fermato, perché è mancata la volontà di valorizzarle, attirando competenze culturali, così avveniva in passato grazie alla presenza dei grandi artisti. Oggi quel progetto può riportare Roma al centro del mondo, facendola ritornare attrattiva, abbinando creatività e sviluppo”. Roberto Minerdo, direttore comunicazione e affari istituzionale di Hyperloop Italia (multinazionale produttrice dell’omonimo treno superveloce), ha spiegato come “un’innovazione tecnologica e sostenibile, se applicata a un progetto di una Roma evoluta, può aiutare a migliorare la qualità del tempo dei residenti e dei turisti. Il treno Hyperloop è un insieme di tecnologie usate per lo spazio e sviluppate da un’idea di Elon Musk, un mezzo iperveloce e sostenibile, che può far diventare Roma un modello mondiale di mobilità sostenibile”. Dai sogni dell’Hyperloop alla realtà dell’attuale mobilità pubblica della capitale che, come raccontato da Giovanni Mottura, presidente Atac, “sta per cambiare nel prossimo futuro, grazie ai biglietti integrati acquistabili con carta di credito contactless per tutti i mezzi di superficie, necessari per i turisti, ed all’arrivo di nuove flotte elettriche che assicureranno collegamenti sempre più intensi con le periferie, per farne finire l’isolamento in modo sostenibile”. Il giornalista Nicola Porro ha portato l’esempio di Miami, trasformata in pochi anni da città-ghetto a città attraente per giovani professionisti e creativi, che si sono trasferiti in Florida da tutta l’America, grazie ad una pubblica amministrazione lungimirante, che ha collaborato con il mondo imprenditoriale, defiscalizzando e investendo in qualità della vita. Il direttore generale di Federalberghi Roma e Lazio, Tommaso Tanzilli, ha ricordato che “gli operatori romani sono stati sorpresi dal ritorno in massa dei turisti dopo le riaperture post covid. Ma Roma non può farsi sorprendere dai grandi eventi che da qui breve porteranno milioni di persone e ci attireranno gli sguardi del mondo, eventi che vanno progettati e organizzati. La Ryder Cup di Golf del prossimo anno, evento televisivo più visto al mondo dopo Superbowl e i mondiali di calcio, porterà a Roma un turismo di alto livello, che richiede preparazione, programmazione e competenze”. I lavori sono stati conclusi da Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, che ha ricordato l’impegno della giunta per progettare assieme a tutto il tessuto produttivo la ripartenza della città, partendo dalla road map per i grandi eventi che l’attendono, anche grazie ai fondi del Pnrr: “Il giubileo del 2025, quello del 2033, per celebrare i 2000 anni dalla morte di Cristo, la candidatura a Expo 2030 che potrebbe portare 30 milioni di visitatori nell’area di Torvergata e la Ryder Cup sono occasioni uniche. La Roma sognata da Manageritalia può essere realizzata assieme grazie all’organizzazione manageriale ed alle competenze dei vostri professionisti”, ha concluso.

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Ambiente: Payback con 3Bee per 'adottare' 3 mln di api

(Adnkronos) - Payback, la piattaforma di marketing multi partner e programma di bonus in Italia, rinnova il suo impegno per la salvaguardia dell’ambiente e in occasione della giornata mondiale delle Api (20 maggio), lancia la campagna 'Bee Payback, Bee Good', realizzata in collaborazione con il partner 3Bee. La campagna, attiva dal 1 al 31 maggio, consentirà ai clienti di supportare l'adozione di 3 milioni di api che popoleranno l'oasi PayBack con i punti promozionali che si accumuleranno con le loro spese presso i Partner partecipanti. I clienti possono partecipare all'iniziativa semplicemente attivando i coupon dei Partner partecipanti come Esso, Carrefour, Mondadori Store, GrandVision, American Express e Booking.com online o nell'App Payback. L'obiettivo comune è raggiungere la soglia di 30 milioni di punti per proteggere 3 milioni di api. Il progetto con 3Bee, afferma Luca Leoni, ceo Payback Italia, "rappresenta per noi un ulteriore passo in avanti. Dopo la campagna dello scorso anno che ci ha permesso di piantumare 6.000 alberi, il progetto Bee Payback, Bee Good rappresenta per noi un proseguimento del nostro impegno con il coinvolgimento diretto dei clienti, dei nostri Partner e dei nostri dipendenti per continuare a fare, insieme, la differenza, attraverso la promozione di iniziative di sostenibilità”. Grazie alla tecnologia 3Bee è possibile ridurre la mortalità delle colonie. La scelta di adottare un alveare 3Bee tech significa proteggere circa 300.000 api, che grazie all’attività di impollinazione, contribuiranno a salvaguardare l’equilibrio della biodiversità del territorio. Inoltre, durante il periodo della campagna sarà attivo il concorso 'Bee Lucky' per premiare i clienti virtuosi che attiveranno e utilizzeranno almeno 2 coupon di due Partner diversi contrassegnati dall’icona di un’ape e prenderanno così parte automaticamente al concorso che mette in palio 2.000.000 di punti con cui i vincitori potranno richiedere premi.

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