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(Adnkronos) - Dynamopet, pmi innovativa veronese specializzata nella produzione di alimenti complementari per il benessere e la salute degli animali domestici, raddoppia in poche settimane l’obiettivo minimo (250 mila euro) della campagna di equity crowdfunding lanciata su Mamacrowd avvicinandosi alla soglia dei 500 mila euro e avviandosi verso il traguardo dei 700 mila euro fissato per la fine di giugno 2022. Fondata nel 2016 dai fratelli Alessandro e Moreno Castagna e concluso il suo percorso di start-up innovativa, Dynamopet si è iscritta nel 2022 nel registro delle pmi innovative in virtù del bilancio certificato 2021 (circa 600mila euro di fatturato con un incremento del 27% rispetto al 2020) e di un brevetto depositato. Chi investe nella campagna di Dynamopet ha, quindi, la possibilità di usufruire di detrazioni fiscali per recuperare il 30% della somma investita nel capitale sociale di una pmi innovativa in un arco temporale di tre anni, beneficiare per due anni di una scontistica speciale sui prodotti oltre all’obiettivo finale di valorizzazione della partecipazione insieme ai soci fondatori. Tra i soci attuali di Dynamopet figurano professionisti (Giovanni Arcaro e Luigi Riva di Strategic management partners, Carlo Massacesi, private equity investor) ed imprenditori (Gianluca Tacchella di Carrera spa, Silvia Moretto, di Moretto demolizioni srl e già fondatrice di Acqua Dolomia, Giuseppe Olivero, di Capuzzo e Frubella Processing, Alessandro Cipriano di Savi Alimentare srl e già fondatore di Eurochef Srl, Silvio Xompero di Margraf spa). “Grazie all’apporto dei nuovi investitori e soci - spiegano i fratelli Castagna - Dynamopet sarà in grado di compiere tutte le azioni previste dal nostro piano di sviluppo, che porteranno a raggiungere nel 2026 un fatturato di 8 milioni. Con l’aumento di capitale, oltre a completare la realizzazione del nostro laboratorio interno, Dynamopet intende rafforzare ulteriormente la struttura di consulenti per la presentazione dei prodotti ai veterinari in Italia e all’estero, espandere l’e-commerce e implementare una piattaforma digitale curata da Neosperience, che permetterà ai nostri clienti di ricevere la consulenza personalizzata online di un team di esperti. Nelle prossime settimane si unirà, inoltre, alla nostra squadra Marco Verona, professionista con una solida esperienza commerciale in numerose aziende operanti nel settore degli integratori per uso umano, cosmetici, medicinali veterinari e prodotti per l’industria del Pet”. Grazie al forte investimento in ricerca scientifica e innovazione Dynamopet ha fatto registrare, negli ultimi quattro anni, un avvio molto promettente della campagna di raccolta di capitali lanciata tramite Mamacrowd, la più importante piattaforma italiana per operazioni di equity crowdfunding che permette di investire nelle migliori startup e PMI italiane, confermando il ruolo innovativo nel mercato del pet care, un segmento il cui valore solo in Italia ha sfiorato nel 2021 i 2,4 miliardi di euro (rapporto Assalco Zoomark). Il 47.5% delle famiglie italiane ha almeno un pet e la quasi totalità di esse è sempre più consapevole dell’esigenza di prodotti naturali sicuri e testati con cui rendere davvero completa e quindi più sana l’alimentazione quotidiana del proprio animale da compagnia. Il mercato dei mangimi per cani e gatti è costantemente in crescita nel 2021 ha raggiunto in Italia 2,4 miliardi euro (+ 8% rispetto al 2020; Fonte: Assalco report - Zoomark 2021). Il percorso di Dynamopet racconta fin qui della collaborazione con atenei come l’Università Federico II di Napoli e la Columbia University di New York, della pubblicazione dei propri risultati su riviste internazionali quali il Journal of nutritional ecology and food research, della selezione e formazione di una squadra di 15 consulenti, fino al riconoscimento di oltre 500 veterinari italiani che ne prescrivono i prodotti. Dynamopet propone due linee di prodotto. La prima è veicolata attraverso i veterinari ed è studiata per offrire un valido aiuto all’animale per ritrovare il suo equilibrio naturale nei momenti in cui la salute è messa alla prova. L’altra specialità negli alimenti complementari 'made in Dynamopet' è invece legata all’integrazione naturale quotidiana e personalizzata, per il mantenimento del benessere e della bellezza dell’animale.
(Adnkronos) - Cristiano Fini è il nuovo presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditore modenese, di Castelfranco Emilia, 50 anni, è stato nominato oggi dall’VIII Assemblea elettiva, riunita a Roma presso il Teatro Eliseo, e composta da 399 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti in tutt’Italia. Fini succede a Dino Scanavino che, appena proclamato, ha voluto ringraziare per il lavoro svolto in questi ultimi 8 anni. Fini, agrotecnico, è il titolare di un’azienda agricola e vitivinicola con 13 ettari investiti a vigneto biologico, già presidente di Cia Emilia-Romagna dal 2018 e, precedentemente, di Cia Modena. Fa parte del Consiglio di amministrazione di Cantine Riunite Civ ed è stato membro della Giunta Camerale di Modena. Ora sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni. "Stiamo attraversando una fase davvero complicata: la pandemia, la guerra, i rincari eccezionali delle materie prime, il rischio di una crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici. Eppure il nostro settore, con tutte le difficoltà resta uno dei cardini dell’economia nazionale. Il valore aggiunto dell’agricoltura italiana, pari a 33 miliardi circa, resta il più elevato dell’Ue. Il sistema agroalimentare, nel suo insieme fa il 15% del Pil. Ecco perché possiamo e dobbiamo lottare, rimettendo al centro le nostre priorità, le nostre battaglie”. Lo ha detto il neo eletto presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. “Servono azioni precise e puntuali su larga scala -ha continuato il presidente di Cia- come una politica energetica nazionale ed europea che cerchi di calmierare i costi e le speculazioni, oltre a misure a sostegno delle filiere produttive, messe in ginocchio dagli incredibili rincari produttivi e dall’instabilità dei mercati. Ma soprattutto c’è bisogno finalmente di una redistribuzione del valore lungo la filiera. Dobbiamo gridare la necessità di un reddito equo per gli agricoltori, facendo squadra su questo obiettivo comune, come su investimenti importanti nella ricerca per dotare il settore primario di strumenti innovativi contro il climate change. E poi: spinta alle nuove tecnologie digitali e apertura chiara alle tecniche di miglioramento genetico in ottica sostenibile; invasi per l’accumulo di acqua utile nei periodi più siccitosi, ma anche assicurazioni e fondo mutualistico nazionale per affrontare le calamità”. “Alla vigilia delle grandi campagne -ha sottolineato Fini- resta urgente anche il problema della manodopera nei campi, dal punto di vista sia dei costi che della reperibilità. Così non siamo più competitivi. Occorre più flessibilità, come sperimentato con i voucher. E ancora: accesso alla terra e al credito per il ricambio generazionale; valorizzazione delle donne del settore che sono ormai il 30%; pensioni giuste per chi ha passato tutta la vita nei campi e ora prende poco più di 500 euro”. “Queste sono le nostre priorità -ha evidenziato il nuovo presidente di Cia- insieme al rilancio delle aree interne. Zone svantaggiate che hanno un’importanza strategica per tutto il sistema Paese, ma vengono lasciate sempre sole. Per le zone rurali servono politiche e strategie: defiscalizzazione, connessione, sbloccare lo spopolamento e riportare persone e ricchezza. Sono le nostre rivendicazioni, come quella sulla fauna selvatica, con la riforma della legge 157 per tutelare l’agricoltura, mettere al sicuro strade e cittadini, salvare gli allevamenti suinicoli dal rischio Psa. Tutte sfide che dobbiamo portare avanti tenendo sempre insieme proteste e proposte”. “Ci attende una nuova stagione, più inclusiva e innovativa -ha aggiunto Fini- dentro l’organizzazione e nei rapporti con la società civile e con le istituzioni, con tutte le altre rappresentanze agricole, agroalimentari ed economiche del Paese. Dobbiamo essere per e non contro. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Servizi alle imprese e al cittadino, grandi imprese e piccole aziende, Nord e Sud, agricoltura biologica e convenzionale, tutto questo non è in opposizione. Le diversità si devono tradurre in un valore aggiunto. Le sfide da affrontare sono di una portata enorme e serve responsabilità e nuova coesione per traguardarle”. “C’è bisogno di un patto con tutte le componenti del sistema, a cominciare dai consumatori -ha ribadito il presidente di Cia- e il miglior veicolo per spiegare quello che facciamo sono gli agriturismi, la vendita diretta, l’agricoltura sociale, le fattorie didattiche. Dobbiamo far capire a tutti che l’agricoltura non è quella che inquina, che tratta male gli animali e sfrutta i lavoratori, ma il settore che custodisce il territorio, che difende l’ambiente e le persone, che fa crescere l’economia e la società. Anche in Europa dobbiamo contare di più, avendo in mente che dove andiamo uniti come sistema Paese, portiamo a casa il risultato”.
(Adnkronos) - Th Resorts, marchio turistico italiano nato nel 1977, certifica la sostenibilità di tutte le strutture con Si Rating e usa energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili. Th Resorts è la prima catena alberghiera per numero di camere in Italia, dove gestisce un portafoglio di 29 villaggi, residence e strutture alberghiere in località̀ di mare, montagna e nelle città̀ d’arte. "Il gruppo Th Resorts, partecipato al 46% da Cdp Equity Spa e per l’8% da Isa-Istituto Atesino di Sviluppo, ha avviato, già pre-pandemia, un percorso di consapevolezza e miglioramento del proprio business per renderlo sempre più attento all’impatto ambientale e sociale generato. Oggi l’azienda è la prima catena italiana di Hotel Leisure in Europa - si legge in una nota - ad effettuare un rating su tutte le strutture misurando i propri impatti in base ai criteri Esg (ambientali, sociali e di governance) e agli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Th Resorts ha adottato 'Si Rating - Sustainability Impact Rating', un indice creato da Arb, start up innovativa con sede a Trento e società benefit per azioni dal 2021, basato su strumenti riconosciuti a livello internazionale, quali la Sasb Materiality Map (Sustainability Accounting Standards Board), le certificazioni Iso connesse ai temi della sostenibilità̀, le best practice di settore e le direttive e i regolamenti europei e, al contempo, uno strumento strategico di analisi, di gestione e di comunicazione della sostenibilità". “La sostenibilità - afferma il presidente di Th Resorts Graziano Debellini - è uno dei valori che rientra da sempre nel nostro Dna, oggi è diventato un tema centrale e qualifica l’azienda per serietà, visione e prospettiva di impegno. È un tema strategico per tutti i nostri stakeholder e sempre più rilevante nell’orientare le scelte dei viaggiatori. Per questa ragione abbiamo intrapreso un percorso supportati da Arb Sbpa che si basa su analisi, misurazioni, rendicontazioni e su un programma di formazione che riguarda tutto il personale della nostra azienda”. Con Si Rating, Th Resorts ha ottenuto una valutazione di 70 su 100 sui criteri Esg (Livello ottenuto: 'Bronze'). Th Resorts ha anche appena pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità elaborato sulla base degli standard internazionali Gri, Global Reporting Initiative. “Con Si Rating abbiamo creato uno strumento efficace di gestione della sostenibilità di un’organizzazione, non è un rating fine a sé stesso ma un report preciso e puntuale di analisi di tutte le azioni che le organizzazioni devono attuare per il miglioramento della propria sostenibilità” ha dichiarato Ada Rosa Balzan, Ceo di Arb Sbpa. In quest’ottica l’azienda ha deciso negli anni di orientare le proprie scelte energetiche verso realtà che forniscono energia green. È stato firmato in questi giorni un accordo decennale con Dolomiti Energia, partner storico, che garantirà un approvvigionamento energetico totalmente green. “A livello globale il settore del turismo contribuisce all’8% delle emissioni. Noi siamo orgogliosi di essere l’unica azienda ad avere un approvvigionamento energetico totalmente green. Questa azione si è rivelata ancora più strategica perché non solo contribuisce in modo significativo alla transizione verso un modello economico non più̀ fondato sulle fonti fossili, ma mette al riparo l’azienda dai rincari e dalle fluttuazioni di prezzi”, continua Debellini. "Siamo felici - dice Marco Merler, presidente di Dolomiti Energia - di poter accompagnare Th Resorts in questo percorso, anche grazie al Ppa (Power Purchase Agreement) che sancisce la nostra partnership. Il Gruppo Dolomiti Energia da tempo ha messo la transizione energetica al centro della propria strategia di sviluppo sostenibile. Siamo storici produttori di energia idroelettrica e da molti anni forniamo ai nostri clienti solo energia certificata come rinnovabile. Soddisferemo il fabbisogno di energia elettrica di Th Resorts, pari a circa 22mila MWh annui, grazie all’energia rinnovabile prodotta in Italia dal fotovoltaico e dalla potenza dell’acqua delle nostre centrali idroelettriche. Ogni giorno, insieme, saremo impegnati per generare valore per l’ambiente con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nazionali”.