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Vaiolo scimmie e contatti stretti, sintomi: quanto è contagioso

(Adnkronos) - Quanto è contagioso il vaiolo delle scimmie per i contatti stretti di persone infettate? "Dai focolai in Africa, il tasso di attacco secondario è stimato al 9-12% tra i contatti non vaccinati all'interno delle famiglie, tuttavia altre stime raggiungono il 50%, mentre ...

Lavoro | lavoro

Inps, progetto Prevenzione cardiovascolare per dipendenti Istituto

(Adnkronos) - Con il progetto Prevenzione cardiovascolare l’Inps punta all’individuazione precoce di fattori di rischio nonché dell’assetto cardiovascolare dei dipendenti. Il progetto sarà così articolato: visita cardiologica con compilazione di una scheda per individuare le ...

Sostenibilità | sostenibilita

Call di Future Food Institute, opportunità per 10 donne di talento

(Adnkronos) - Una call per selezionare le dieci migliori di idee di business sostenibile da altrettante innovatrici del settore agritech. A lanciare la call è il Future Food Institute, ente promotore dell’Empowering Women in Agri Food Program di Eit Food della Commissione ...

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Vaiolo scimmie e contatti stretti, sintomi: quanto è contagioso

(Adnkronos) - Quanto è contagioso il vaiolo delle scimmie per i contatti stretti di persone infettate? "Dai focolai in Africa, il tasso di attacco secondario è stimato al 9-12% tra i contatti non vaccinati all'interno delle famiglie, tuttavia altre stime raggiungono il 50%, mentre nell'epidemia del 2003 negli Stati Uniti era pari allo 0%". Lo evidenzia una circolare del ministero della Salute, che dà indicazioni su segnalazione, tracciamento dei contatti e gestione dei casi di monkeypox (Mpx). "Sebbene alcuni dei casi segnalati siano epidemiologicamente collegati - si precisa - in questa epidemia non è stata ancora documentata la trasmissione ai contatti stretti". "I contatti - si ricorda nel testo - devono essere monitorati almeno quotidianamente per l'insorgenza di segni/sintomi riferibili a Mpx per un periodo di 21 giorni dall'ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. Segni/sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, mialgia, mal di schiena, eruzione cutanea e linfoadenopatia. I contatti devono monitorare la loro temperatura due volte al giorno". Ancora: "I contatti asintomatici non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza. Durante i 21 giorni di sorveglianza, i contatti di un caso Mpx devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni". Sanitari e rischio contagio "La probabilità di trasmissione dell'infezione" da virus del vaiolo delle scimmie "agli operatori sanitari che indossino dispositivi di protezione individuale appropriati (camice monouso, guanti monouso, copriscarpe o stivali monouso, protezione respiratoria tipo Ffp2 e protezione degli occhi con occhiali o visiera) è molto bassa e la malattia ha un impatto stimato basso, il che porta a un rischio complessivo basso", precisa la circolare. "La trasmissione agli operatori sanitari esposti a pazienti affetti da Mpx è possibile - è la premessa - dato il rischio di trasmissione di altri orthopoxvirus, come il vaiolo. In ambito sanitario, la prevenzione della trasmissione si basa su adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni. Si ritiene che l'Mpx si trasmetta principalmente attraverso droplet e il contatto diretto con i fluidi corporei o il materiale delle lesioni". Quindi "il rischio per gli operatori sanitari che hanno contatti ravvicinati non protetti con casi di Mpx (ad esempio contatto con lesioni aperte senza guanti, intubazione o altre procedure mediche invasive) è valutato come moderato, equivalente a quello di un contatto ravvicinato". "L'esposizione professionale e l'infezione da orthopoxvirus sono state occasionalmente segnalate tra il personale di laboratorio che maneggiava campioni contenenti il virus - prosegue la circolare - Il rischio di esposizione professionale è stimato basso per il personale di laboratorio formato che segue procedure di biosicurezza adeguate". Mentre "l'esposizione professionale non protetta in laboratorio, che comporta in particolare lo spandimento di materiale o l'aerosolizzazione con esposizione delle mucose, comporta un'alta probabilità di infezione e un rischio moderato di malattia (a causa della modalità di esposizione diretta alle mucose), pertanto il rischio per il personale di laboratorio esposto è valutato come elevato".

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Inps, progetto Prevenzione cardiovascolare per dipendenti Istituto

(Adnkronos) - Con il progetto Prevenzione cardiovascolare l’Inps punta all’individuazione precoce di fattori di rischio nonché dell’assetto cardiovascolare dei dipendenti. Il progetto sarà così articolato: visita cardiologica con compilazione di una scheda per individuare le caratteristiche individuali e i principali fattori di rischio e rilevazione dei principali parametri (obiettività cardiovascolare, pressione arteriosa, saturazione di O2), effettuazione di analisi di base (identificazione di dismetabolismi), elettrocardiogramma a riposo a 12 derivazioni (valutare lo stato cardiocircolatorio) Il progetto si propone due principali obiettivi: la sensibilizzazione dei dipendenti nei confronti di uno stile di vita sano; l’identificazione dei fattori di rischio cardiovascolare e il loro trattamento, con riduzione della morbilità e mortalità per cardiovasculopatie. L’Inps ha istituito questo progetto perché la prevenzione rappresenta uno strumento concreto per ridurre il peso delle patologie cardiovascolari nel processo medico basato su interventi corroborati da evidenze scientifiche e non più soltanto da osservazioni di carattere epidemiologico. Essa è classicamente suddivisa in prevenzione primaria, quando l’intervento precede qualsiasi manifestazione clinica di una patologia sottostante, e in prevenzione secondaria, quando l’intervento avviene a seguito di un evento clinicamente manifesto. Le strategie di prevenzione delle malattie cardiovascolari (mcv) rivestono un ruolo fondamentale nel limitarne lo sviluppo nella popolazione, concorrendo a determinare una riduzione della mortalità associata a esse, delle morbilità, in particolare in termini di cronicità e ospedalizzazioni, a limitarne il carico socio-economico, garantendo nel contempo la liberazione di risorse economiche, tecnologiche e strutturali per altre necessità. A tale riguardo, sono stati proposti modelli che mostrano il ‘network’ completo delle istituzioni e figure professionali che possono interagire positivamente al fine di promuovere il bene salute e prevede interazioni a vari livelli (agenzie governative, organizzazioni professionali, ambiente di lavoro, Sistema sanitario nazionale, scuole, comunità, famiglia). I fattori di rischio cardiovascolare sono condizioni cliniche che determinano un’aumentata suscettibilità a sviluppare eventi cardiovascolari (infarto acuto del miocardio, cardiopatia ischemica, ictus cerebrale, scompenso cardiaco congestizio, insufficienza renale, morte per cause cardiovascolari). Il rischio è definito come la probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare, in un periodo di tempo compreso tra 5-10 anni successivi rispetto ad un soggetto con le stesse caratteristiche, ma senza la presenza di fattori di rischio. I fattori di rischio cardiovascolare tradizionali sono l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, la familiarità per malattie cardiovascolari, l’età avanzata (al di sopra di 65 anni) e il sesso maschile. La presenza di uno o più di questi fattori di rischio e in grado di predire oltre il 90% degli eventi cardiovascolari maggiori. Oltre a questi, sono riconosciuti altri fattori di rischio cosiddetti ‘non convenzionali’, tra cui l’obesità, la circonferenza addominale, la sedentarietà, lo stress emotivo e/o fisico, l’ipertrigliceridemia, i bassi valori di colesterolo Hdl, la sindrome metabolica, l’aumento dei valori di apolipoproteine, di acido urico, di proteina C-reattiva e di altri marcatori dell’infiammazione. La prevenzione cardiovascolare deve in primo luogo prevedere la diagnosi e il trattamento dei fattori di rischio, promuovendo un approccio basato sulla gestione integrata e multidisciplinare del rischio cardiovascolare totale. La strategia di popolazione prevede programmi di promozione della salute e, in particolare, di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute della popolazione, finalizzati a creare le condizioni per rendere facile l’adozione di comportamenti salutari. Dati alla mano, inoltre, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo con una stima di circa 17 milioni di decessi/anno e le malattie cerebrovascolari sono responsabili di circa 230 decessi/anno. La mortalità per cause cardiovascolari rappresenta ancora oggi il principale determinante dell’aspettativa di vita nella popolazione generale, nonostante i progressi terapeutici abbiano consentito di registrate una significativa diminuzione della morbilità e mortalità per cause cardiovascolari1. A fronte di questa riduzione, il carico di malattia legato alle cardiopatie è ancora al primo posto, seguito dalle malattie neoplastiche Ne consegue che il peso delle mcv sui ricoveri ospedalieri è in costante e continuo aumento. I dati di dimissione indicano, infatti, che oltre la metà dei ricoveri per queste malattie sono dovuti ad evoluzione cronica e complicanze di eventi acuti oltre che a complicanze dell’ipertensione, dell’ipercolesterolemia, del diabete e dell’insufficienza renale cronica.

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Call di Future Food Institute, opportunità per 10 donne di talento

(Adnkronos) - Una call per selezionare le dieci migliori di idee di business sostenibile da altrettante innovatrici del settore agritech. A lanciare la call è il Future Food Institute, ente promotore dell’Empowering Women in Agri Food Program di Eit Food della Commissione Europea. Il programma, che consiste in un percorso di formazione, mentoring, unito a opportunità di networking, sarà ospitato in Campania, nel Paideia Campus di Pollica (Salerno). Ewa rappresenta un percorso concreto in cui dieci innovatrici di talento avranno l’opportunità di intraprendere un programma formativo, lungo sei mesi, appositamente pensato per creare soluzioni di business ideate e realizzate interamente da donne. L’obiettivo è far emergere il potenziale che l’imprenditoria femminile esprime risolvendo alcune delle più importanti sfide che il settore agroalimentare si trova ad affrontare, superando il divario di genere ancora esistente nel settore, promuovendo l'inclusività e la diversità tra i fondatori di imprese e aumentando il numero delle start-up fondate da donne. “Siamo orgogliosi di poter accogliere il programma nel territorio cilentano. Ci impegneremo a diffondere la call - dichiara Sara Roversi, presidente del Future Food Institute - affinché le donne possano trovare sempre maggiori stimoli e opportunità che permettano loro, grazie alla connessione con il mondo e alla formazione, di concretizzare le idee e il potenziale di cui sono portatrici. Anche per il territorio è fondamentale coltivare l’imprenditorialità. Iniziative come questa sono cruciali per attivare processi di sviluppo e contribuire a un futuro più sostenibile per le comunità. Lo facciamo a Pollica, sede del Paideia Campus, dove innovazione e inclusività sono i pilastri su cui vogliamo costruire il futuro. Lo facciamo a Pollica, Città delle Donne, che a partire dal 2019 ha avviato un percorso per diffondere la cultura dell’inclusività nelle politiche legate alle risorse umane, rendendole libere da discriminazioni e pregiudizi, orientate soltanto alla valorizzazione dei talenti”. L’iniziativa è stata presentata nell’ambito dell’Eu Agrifood Week, organizzato da Future Food Institute in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della commissione europea. Durante la conferenza 'Azioni per Valorizzare le Donne nell’Agritech', tre imprenditrici di successo hanno raccontato come potenziare il ruolo delle donne nel settore sia strategico per ottenere un sistema alimentare più equo e inclusivo. Protagoniste del dibattito Linda Carobbi, co-fondatrice dell’associazione nazionale 'Le Donne dell’Ortofrutta', network che include 130 donne e promotrice del docufilm ‘Fertile’, Maria Pia Paolillo, anche lei di 'Le Donne dell’Ortofrutta', che ha presentato un progetto innovativo per la trasformazione dal food al beauty, dando vita a una linea cosmetica naturale a base di estratto di finocchio, e Luciana Cipriani, fondatrice di Natura Humana, startup innovativa specializzata nell’estrazione a freddo della carruba.

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