(Adnkronos) - Il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato premier Elisabeth Borne, finora ministra del Lavoro, affidandole l'incarico di formare il nuovo governo. E' quanto si legge in una nota dell'Eliseo. La 61enne Borne è la seconda donna a capo del governo di Parigi scelta come primo ministro dopo aver fatto le sue 'prove' nel primo mandato di Macron come ministro dei Trasporti, poi della Transizione Ecologica e infine del Lavoro. Un tempo vicina ai socialisti, ha una lunga carriera tecnica e politica alle spalle. Fa parte dell'ala sinistra del partito del presidente francese, che la giudica leale e tenace. Nata a Parigi il 18 aprile 1961, Borne è figlia di un ebreo russo, con un passato nella Resistenza francese, e di una farmacista della regione del Calvados. Ingegnere civile, si è avvicinata alla politica fin dai primi anni Novanta, come consigliere dei ministri socialisti Lionel Jospin e Jack Lang. Nel 2002 è diventata direttrice della strategia delle Ferrovie nazionali francesi (Sncf). E' stata anche prefetto della regione Poitou Charente, capo gabinetto del ministro dell'Ecologia Segolene Royale e presidente dei trasporti urbani di Parigi (Ratp), dal 2015 al 2017. Divorziata, è madre di un figlio. Prima di lei solo una donna, Edith Cresson, era stata primo ministro. A lei toccherà affrontare quello che Le Figaro definisce "la madre di tutte le battaglie", ovvero la riforma delle pensioni. In tutta la sua carriera, Borne non si è mai sottoposta al giudizio degli elettori. Lo farà per la prima volta alle legislative in giugno, correndo per un seggio nel Calvados, regione d'origine della madre.
(Adnkronos) - Centinaia di ragazzi provenienti da tutta Italia, otto tavoli tematici e un’indagine che ha coinvolto migliaia di studenti del nostro Paese. Questi i numeri della decima edizione di ProteoBrains, che si apre oggi con la presentazione, presso la sede della Link Campus University del 10° Rapporto di ricerca nazionale sui 16-19enni italiani. Un ‘selfie generazionale’ scattato attraverso le aspirazioni, le aspettative, le opinioni e le paure dei giovani italiani che stanno ultimando le scuole superiori. ProteoBrains è una due giorni organizzata da ‘Generazione Proteo’, l’Osservatorio permanente sui giovani di ateneo, che fa da apripista e da collettore per tornare ad aggregare ragazzi di ogni parte d’Italia dopo due anni di distanziamento forzato. "Il nostro ateneo - dichiara Carlo Alberto Giusti, rettore della Link Campus University - è particolarmente orgoglioso di ‘Generazione Proteo’, il suo Osservatorio permanente sui giovani che quest’anno raggiunge il simbolico traguardo dei suoi dieci anni di attività. Un traguardo che coincide con il ritorno in presenza di #ProteoBrains. In questi due giorni torniamo, infatti a intrecciare dal vivo quelle connessioni e relazioni che rappresentano il cuore pulsante del progetto di formazione, umana e professionale che, come Link Campus University, ci proponiamo di costruire, veicolare e rafforzare nel tempo”.
(Adnkronos) - Si chiama Ricoeso ed è la prima start-up del riciclo che realizza arredi urbani di eco-design attraverso materiali provenienti dal trattamento dei rifiuti inerti prodotti dalle attività di costruzione e demolizione. La nuova azienda nasce a Roma dall’esperienza di quattro partner: Eco Logica 2000 (uno dei principali operatori del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione del centro Italia), Sol.Pre.A. (azienda attiva nel settore dell’edilizia civile e industriale), Interprogetti (società di ingegneria marittima, civile e ambientale) e l’architetto Francesco Andreani, esperto di urbanistica ed edilizia privata. Grazie al riciclo di inerti, Ricoeso è oggi in grado di produrre diverse tipologie di arredo: panchine, lampioni, fontanelle, portabici, staccionate, cestini, bollard (apparecchi di illuminazione per percorsi pedonali e giardini), pavimentazioni e marciapiedi, blocchi per la realizzazione di pareti armate. Tutti prodotti ottenuti al 100% con materiali riciclati e ideali per arredare gli spazi esterni in sicurezza ed in maniera ecologica. Questo il processo circolare che dà vita agli arredi: i rifiuti inerti provenienti dai cantieri edili vengono conferiti presso l’impianto di trattamento che li trasforma in aggregati riciclati, sotto forma di sabbia e breccia; con queste ultime, attraverso un processo di lavorazione, vengono creati arredi urbani che vanno poi sul mercato. Il battesimo della nuova azienda si è tenuto nei giorni scorsi nel corso della manifestazione 'Il Festival del Verde e del Paesaggio' (tenutasi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 13-14-15 maggio), dove Ricoeso all’interno del proprio stand ha riprodotto una vera e propria 'città circolare', mettendo in mostra tutti gli arredi urbani presenti nel suo catalogo. Nei prossimi mesi l’azienda ufficializzerà partnership con primari operatori della grande distribuzione con cui sono in via di definizione accordi per la diffusione dei prodotti a marchio Ricoeso. “I nostri manufatti per l’arredo della città e degli spazi aperti pubblici e privati sono al 100% realizzati con materiali riciclati - evidenzia Paolo Barberi, socio fondatore di Ricoeso - e presentano caratteristiche pari, se non superiori per qualità e prestazioni, agli stessi arredi prodotti con materie prime vergini frutto delle attività estrattive. Ricoeso nasce dalla volontà di contribuire in modo tangibile alla costruzione di città realmente sostenibili, dando l’opportunità ad amministrazioni pubbliche e a soggetti privati di poter di essere protagonisti dei processi di economia circolare, in grado di coniugare sostenibilità, estetica e una bassa impronta ambientale”. E per la posa in opera di questi o altri arredi, Ricoeso mette a disposizione anche la stessa sabbia 100% riciclata ottenuta dal trattamento di rifiuti inerti di recupero da attività di costruzione e demolizione (confezionata in sacchetti da 25 chili), con cui è possibile installare gli elementi di arredo urbano. Ogni anno in Italia si recupera il 78% dei rifiuti da costruzione e demolizione (pari a più di 40 mln di tonnellate), che costituiscono circa il 30% di tutti i rifiuti prodotti in Italia.